Sassari, tredicenne accerchiata e picchiata fuori dalla scuola
Fuori dalla scuola l’hanno sbeffeggiata e poi picchiata. Ha lo sguardo terrorizzato, a 13 anni vorrebbe capire perché quelle tre sue coetanee le abbiano fatto del male. L’aggressione, davanti a decine di ragazzi e genitori che non sono intervenuti, è accaduta alla Media n.2
SASSARI. L'hanno accerchiata fuori dalla scuola. Con aria spavalda, disinibite, l'hanno sbeffeggiata, sputata e poi sono passate alle mani. Quando alle 16.40 M. esce dal pronto soccorso trema ancora. Ha la fronte piena di graffi, la guancia rossa per gli schiaffi presi. Testa china, sguardo terrorizzato. A tredici anni prova, invano, a capire perché quelle sue coetanee le abbiano fatto del male. Il tutto mentre una cinquantina di compagni si godeva l'ignobile spettacolo.
È successo ieri mattina a Sassari davanti ai gradini della scuola media numero 2, in corso Margherita di Savoia. Alle 13.30 suona la campana, tutti fuori. M. l'avevano già presa di mira alcuni giorni fa. Era nel bagno della scuola e avevano iniziato a bussare con forza alla porta, urlando e rivolgendole parolacce. L'avevano anche spinta nei corridoi.
Quest'ultimo episodio aveva deciso di raccontarlo a un'insegnante che aveva anche preso provvedimenti. Ma evidentemente alle tredicenni impavide poco importava dei rimproveri, molto meglio mostrarsi finte adulte senza paura picchiando e insultando una timidissima ragazza che ha avuto come unica colpa quella di non sapersi difendere.
Ancora meglio caricarsi al ritmo delle incitazioni di sciagurati spettatori che urlavano: «Dai picchiatela, è una t...a». E via schiaffi, calci, colpi. Fino a quando la ragazzina non è riuscita a divincolarsi e a scappare via. Una volta tornata a casa ha raccontato tutto alla mamma, d'altronde quei segni sul viso erano inequivocabili: qualcuno l'aveva picchiata. Da qui la decisione di andare al pronto soccorso dell'ospedale Civile di Sassari.
Il referto dei medici che l'hanno visitata parla di 130 battiti cardiaci al minuto. Era spaventatissima mentre la mamma e la zia, indignate e piene di rabbia, raccontavano quello che era successo. Poi anche lei è riuscita a parlare. Con la voce flebile ha aggiunto qualche particolare.
«Me li son vista davanti all'improvviso, ero circondata. Mentre queste tre ragazze mi colpivano, gli altri intorno dicevano che se avessi provato a difendermi mi avrebbero picchiato anche loro. Non so perché l'abbiano fatto». Impossibile capirlo o anche solo tentare di trovare una spiegazione. Si tratta di bullismo vero e proprio che, come rivelano numerose ricerche sul fenomeno, vede sempre più protagoniste le donne.
Una cosa è certa. Si tratta di un episodio molto grave. C'è chi racconta che da un po' di tempo nei bagni della scuola succeda qualcosa di strano. Forse sono considerati il posto migliore per minacciare i ragazzi e le ragazze più deboli, lontano dagli occhi di bidelli e insegnanti.
Ieri sera la mamma della ragazzina ha fatto una denuncia in questura e oggi andrà a parlare con preside e insegnanti per spiegare meglio quanto accaduto. La tredicenne, intanto, ha già detto la sua: «Io a scuola non voglio tornarci più». Inevitabile e comprensibile timore che passerà col tempo.
La dirigente d'istituto, Salvatorica Fenu, si trova da alcuni giorni in Spagna per un convegno. Appena saputa la notizia - raggiunta telefonicamente - è caduta dalle nuvole e ha immediatamente annunciato: «Prenderemo provvedimenti molto severi. Sono mortificata per quello che è successo. Non sapevo nulla ma di sicuro già domani (oggi per chi legge) sarà convocato il consiglio di classe e nei confronti delle ragazze agiremo di conseguenza. Io tornerò solo martedì ma il mio vice farà subito tutto ciò che è necessario».
In merito ai presunti episodi di violenza che sarebbero accaduti all'interno della scuola la Fenu precisa: «Vigilo attentamente e dentro la scuola non è mai successo niente di brutto o spiacevole».
Fuori dalla scuola l’hanno sbeffeggiata e poi picchiata. Ha lo sguardo terrorizzato, a 13 anni vorrebbe capire perché quelle tre sue coetanee le abbiano fatto del male. L’aggressione, davanti a decine di ragazzi e genitori che non sono intervenuti, è accaduta alla Media n.2
SASSARI. L'hanno accerchiata fuori dalla scuola. Con aria spavalda, disinibite, l'hanno sbeffeggiata, sputata e poi sono passate alle mani. Quando alle 16.40 M. esce dal pronto soccorso trema ancora. Ha la fronte piena di graffi, la guancia rossa per gli schiaffi presi. Testa china, sguardo terrorizzato. A tredici anni prova, invano, a capire perché quelle sue coetanee le abbiano fatto del male. Il tutto mentre una cinquantina di compagni si godeva l'ignobile spettacolo.
È successo ieri mattina a Sassari davanti ai gradini della scuola media numero 2, in corso Margherita di Savoia. Alle 13.30 suona la campana, tutti fuori. M. l'avevano già presa di mira alcuni giorni fa. Era nel bagno della scuola e avevano iniziato a bussare con forza alla porta, urlando e rivolgendole parolacce. L'avevano anche spinta nei corridoi.
Quest'ultimo episodio aveva deciso di raccontarlo a un'insegnante che aveva anche preso provvedimenti. Ma evidentemente alle tredicenni impavide poco importava dei rimproveri, molto meglio mostrarsi finte adulte senza paura picchiando e insultando una timidissima ragazza che ha avuto come unica colpa quella di non sapersi difendere.
Ancora meglio caricarsi al ritmo delle incitazioni di sciagurati spettatori che urlavano: «Dai picchiatela, è una t...a». E via schiaffi, calci, colpi. Fino a quando la ragazzina non è riuscita a divincolarsi e a scappare via. Una volta tornata a casa ha raccontato tutto alla mamma, d'altronde quei segni sul viso erano inequivocabili: qualcuno l'aveva picchiata. Da qui la decisione di andare al pronto soccorso dell'ospedale Civile di Sassari.
Il referto dei medici che l'hanno visitata parla di 130 battiti cardiaci al minuto. Era spaventatissima mentre la mamma e la zia, indignate e piene di rabbia, raccontavano quello che era successo. Poi anche lei è riuscita a parlare. Con la voce flebile ha aggiunto qualche particolare.
«Me li son vista davanti all'improvviso, ero circondata. Mentre queste tre ragazze mi colpivano, gli altri intorno dicevano che se avessi provato a difendermi mi avrebbero picchiato anche loro. Non so perché l'abbiano fatto». Impossibile capirlo o anche solo tentare di trovare una spiegazione. Si tratta di bullismo vero e proprio che, come rivelano numerose ricerche sul fenomeno, vede sempre più protagoniste le donne.
Una cosa è certa. Si tratta di un episodio molto grave. C'è chi racconta che da un po' di tempo nei bagni della scuola succeda qualcosa di strano. Forse sono considerati il posto migliore per minacciare i ragazzi e le ragazze più deboli, lontano dagli occhi di bidelli e insegnanti.
Ieri sera la mamma della ragazzina ha fatto una denuncia in questura e oggi andrà a parlare con preside e insegnanti per spiegare meglio quanto accaduto. La tredicenne, intanto, ha già detto la sua: «Io a scuola non voglio tornarci più». Inevitabile e comprensibile timore che passerà col tempo.
La dirigente d'istituto, Salvatorica Fenu, si trova da alcuni giorni in Spagna per un convegno. Appena saputa la notizia - raggiunta telefonicamente - è caduta dalle nuvole e ha immediatamente annunciato: «Prenderemo provvedimenti molto severi. Sono mortificata per quello che è successo. Non sapevo nulla ma di sicuro già domani (oggi per chi legge) sarà convocato il consiglio di classe e nei confronti delle ragazze agiremo di conseguenza. Io tornerò solo martedì ma il mio vice farà subito tutto ciò che è necessario».
In merito ai presunti episodi di violenza che sarebbero accaduti all'interno della scuola la Fenu precisa: «Vigilo attentamente e dentro la scuola non è mai successo niente di brutto o spiacevole».
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