Schumi prova a stampare Barrichello sul muro

Blue.

Utente Mitico
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11 Luglio 2008
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Il brasiliano «È il solito Michael»
Il tedesco «È il solito Rubens, lamentoso»


BUDAPEST - Una spinta verso il muro, aggressiva come una volta, inutile come questo ritorno in F1 che pare avere l'unico risultato di distruggere l'immagine del vecchio re.
«È il solito Rubens». «È il solito Michael». Si conoscono da anni, si detestano da altrettanto, da quando erano compagni in Ferrari, l'uno vinceva e l'altro faceva il gregario, l'uno raccoglieva titoli mondiali, l'altro motivi di frustrazione da portare allo psicanalista. Barrichello considera Schumacher il pilota più scorretto della Formula 1, Schumacher considera Barrichello il più lamentoso. Ma questa volta non ci sono dubbi. Per quel che si è visto ieri all'Hungaroring ha ragione il brasiliano. «Se il muro non fosse finito in quel punto, non sarei qui a parlare con voi adesso. Una manovra che si vede solo sulle piste di kart. Una cosa folle, che poteva essere molto rischiosa anche per lui se solo ci fossimo toccati. Se me lo aspettavo? Cosa volete che mi aspetti da Michael?».

La pensano così anche i commissari che hanno punito il tedesco con la retrocessione di dieci posizioni in griglia, da scontare a Spa. Il che, visto l'attuale livello di prestazione della Mercedes e del suo pilota carico di titoli, significa che Schumi partirà dal fondo. Al Schumi nuovo, della forma di una volta è rimasta solo la fastidiosa tendenza di camminare sul filo delle regole e di buttare gli altri fuori pista. Giro 66: i due ex compagni stanno lottando per la decima posizione. Barrichello sembra più veloce e attacca sulla destra, all'interno. Schumacher è in mezzo alla pista e, all'improvviso, allarga spingendo il brasiliano verso il muro. Rubens tiene duro e lo passa, tra il giubilo dei suoi meccanici alla Williams e con una rabbia che urla in radio: «Bandiera nera, merita la bandiera nera!». La replica del tedesco è gelida, anche un po' sprezzante. «Se mi ha superato vuol dire che aveva abbastanza spazio. È stata una lotta dura, ma siamo qui per questo. È il solito Rubens... La punizione? Molto pesante, però la accetto», le parole di Michael, uno che come il Fonzie dei telefilm non ha mai imparato a pronunciare la parola «Scusa».
Barrichello è furioso, aggiungerà questo al lungo elenco di torti, reali e immaginari, che ha subìto da Schumi: «Ho rivisto le immagini e sono rimasto choccato: si vede lui che mi guarda e poi decide di allargare. Se lo ha fatto apposta perché ero io? Non lo so. Se gli ho parlato? E perché mai? Gli ho parlato per sei anni e non è mai cambiato. Di sicuro, però, vi dico una cosa: dopo quello che è successo oggi, non mi supererà mai più».

Una dichiarazione di guerra in piena regola, tra i due nonni del Circus. Barrichello, a Spa, festeggerà i 300 Gp. Un revival in tono minore e pure un po' triste: «Una cosa così uno se lo aspetta da un bambino che ha alle spalle dieci gare - insiste Rubens -. Invece è stato fermo tre anni ed è tornato per fare le stesse cose...». Già, effettivamente la domanda è: Schumi, perché sei tornato?

Corriere.it