Sedicenne morto dopo il gelato, il ristorante ora chiede il conto

Blue.

Utente Mitico
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11 Luglio 2008
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«Abbiamo seppellito Davide solo cinque giorni fa e questi signori vengono a chiederci di pagare il conto del pranzo che l’ha ucciso. Non ci sono parole per definire questa richiesta, si devono solo vergognare». Non c’è pace per Luigi Perta, padre di Davide, il sedicenne bolognese celiaco e poliallergico ucciso da uno choc anafilattico durante il pranzo per il battesimo della cuginetta.

La richiesta di pagare il conto è arrivata ieri l’altro dall’hotel Mir di San Giovanni Rotondo (Foggia), dove si è consumata la tragedia. A ricevere la chiamata è stato il cognato di Perta: «Quando mia moglie mi ha detto che avevano chiamato dal ristorante ho pensato volessero scusarsi o farci le condoglianze, invece hanno chiesto di saldare il conto di quel maledetto pranzo, duemila sporchi euro, che è costato la vita a mio figlio», dice con rabbia il carabiniere in congedo originario di San Marco in Lamis ma da tempo residente a Bologna.

Sulla vicenda la Procura foggiana ha aperto un’inchiesta, il titolare dell’albergo è indagato per omicidio colposo. Davide, afflitto da celiachia e allergie alimentari fin da piccolo, si è sentito male dopo aver mangiato un gelato che conteneva frumento e altri cereali, diverso da quello concordato (come del resto l’intero menu) dai genitori.

Tocca all’avvocato Leonardo Maruzzi, legale dell’albergatore, replicare all’indignazione dei genitori: «Il conto non è stato chiesto a loro ma a chi aveva organizzato il pranzo. C’erano una trentina di invitati e qualcuno dovrà pure pagare, o no? Forse, per delicatezza, si poteva aspettare qualche giorno, ma la struttura è gestita da una società che ha deciso diversamente — abbozza il legale — Fosse stato il padre a dover pagare, nessuno gli avrebbe chiesto il conto. La tragedia che si è consumata è una cosa, il costo di quel pranzo un’altra». Parole che acuiscono il dolore di Luigi Perta: «Mia moglie ha strappato il telefono dalle mani di mio cognato e ha urlato "vergogna", più volte. Una richiesta simile è un atto vigliacco, agghiacciante. Ho perso un figlio e loro invece di chiedere scusa pensano ai soldi».

Bah..che vergogna, si vede come se ne fregano degli altri e pensano solo a se stessi -.-


Corriere.it
 
Scusate per i termini, ma veramente viviamo in un mondo di *****.
 
Io non credo ai miei occhi...ma si può essere così...così pessimi,così vigliacchi?!?!?!? Come si può chiedere il conto di un pranzo che è costato la vita ad un ragazzo...Spero paghino col carcere...altro che soldi...