Serie A - Andreazzoli: "Motivato e un po' incosciente"

ViincenT

Utente Colossal
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12 Dicembre 2009
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"Mi rendo conto di cosa sto facendo, della responsabilità che ho nel condurre questo tipo di lavoro. È talmente ampia però l'idea di lavoro che non posso permettermi di sprecare energie".
Il nuovo tecnico della Roma, Aurelio Andreazzoli, confida a Roma Channel le sue sensazioni nel sedere sulla panchina che fu, fino a poche ore fa, di Zdenek Zeman. "Sono motivato, forse anche un po' incosciente - ha detto l'ex assistente di Spalletti -. Sapevo di essere apprezzato, mi hanno scelto e incaricato oltre alle mie aspettative. Ho sempre studiato le situazioni, ho partecipato a tutto e quando sono stato chiamato non ho avuto bisogno di fare troppi ragionamenti: so con certezza dove mettere le mani, esattamente so cosa fare, come farla e con chi farla".
Il nuovo mister ha le idee chiare: "Mi sono posto degli obiettivi che non voglio dire per ora e so con chi voglio raggiungerli, so che avrò una società che mi sosterrà e quindi non sono ansioso. Stiamo organizzandoci al meglio per programmare il futuro. Io ragiono come se fra tre anni sarò ancora l'allenatore della Roma. Voglio preparare una base che la società potrà poi utilizzare nella maniera più opportuna, con me o con altri. Ed utilizzare tutte le energie dentro le mura di Trigoria e sono tante".
L'ambiente lo ha accolto a braccia aperte: "Ci sono tante persone valide, è facile anche trovare sostegno, dai vertici al personale che apre il cancello, agli steward. Voglio rendere Trigoria un ambiente positivo, non deve essere un posto di lavoro ma un piacere perché noi facciamo un lavoro che migliaia di persone pagherebbero per fare. Tutto quello che faremo servirà per portare un vantaggio per la squadra. Chi non lo fa è fuori, senza preclusioni".
“Purtroppo abbiamo solo 15 partite, speriamo 17, con i tempi ristretti. Se io faccio capire loro che vogliamo lavorare seriamente dalla mattina alla sera, se facciamo capire alla città che lavoriamo seriamente, alla grande, con tutte le nostre energie allora siamo a posto. Un pubblico come quello di Roma non ce l'ha nessuno, l'ho capito nel tempo. Se facciamo capire loro che l'impegno sarà massimo ci sosterranno sempre. Chiaro è che i giocatori in campo dovranno onorare quella maglia che a me fa venire i brividi, così come mi facevano venire i brividi da avversario. I giocatori questo lo devono sentire. Il pubblico come fa a darci una mano? Come ha sempre fatto, magari mettendo da parte qualcosina giustamente criticabile. I tifosi ci aiuteranno e ci penalizzeranno eventualmente se in partita non riusciremo a dare quello che vogliono e dovremo accettarlo. Ma, sono certo, loro lo faranno solo se noi non metteremo in gara tutte le energie necessarie".
Come si comporterà con la confidenza che ha con i calciatori è presto detto: "Amicizia, rispetto, sono sentimenti importantissimi alla base della mia vita. Ci sono Francesco, Nicolas, Taddei, Perrotta, siamo assieme da tanti anni. C'è più confidenza con loro ma se ho conquistato il loro rispetto e la loro amicizia significa che io ho dei valori ma anche loro. Approfitto anche di questa settimana per fare dei colloqui individuali perché non voglio imporre nulla ma voglio far capire quale sarà la mia filosofia. Quando loro sapranno cosa voglio, o me lo contestano subito o non possono dire più nulla. Decido solo io e andrò per la mia strada. Al capitano ho detto che lui è come il Colosseo. Non conviene certamente raderlo al suolo per farci un supermercato. Avrà un'importanza incredibile ma avrò bisogno che lui sia il Colosseo. Sarà il primo che mi darà una mano, così come Taddei e dagli altri. Imporrò poche regole, poche ma ferree, e loro mi aiuteranno”.

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