Somalo picchiato da autista del bus: "Sei nero, non sali"
Si chiama Abdi Nasser il rifugiato politico - e presidente della comunità somala di Bari - che ha denunciato di essere stato vittima di un pestaggio da parte di un autista del bus della linea 1
di Francesca Savino
«Sei negro, non sali». Su queste parole per Abdi Nasser si sono chiuse le porte dell´autobus della linea 1. L´uomo, rifugiato politico e presidente della comunità somala a Bari, aveva il biglietto in mano mentre bussava incredulo per salire a bordo. Lo stringeva ancora quando l´autista è sceso e lo ha preso a pugni rompendogli naso, zigomo, mascella e arcata sopraccigliare. L´episodio è chiuso nella denuncia di Nasser, che ha raccontato tutto prima ai medici del Policlinico, che hanno formulato una prognosi di 25 giorni, poi ai carabinieri di Santo Spirito e alle associazioni contro il razzismo.
Oggi incontrerà il presidente dell´Amtab Antonio Di Matteo, che ha avviato un´indagine interna e in una nota ha invitato il personale dell´azienda di trasporti municipalizzata «a non lasciare a terra nessuno, per nessun motivo». Ma è proprio sulla causa dell´aggressione che da più voci si chiede chiarezza. «Questo non è che il culmine di una serie di episodi» accusa Chouaib Chtiwi dello sportello dei Diritti. «Il clima è avvelenato: in venti giorni ho assistito al pestaggio di un padre mauriziano che camminava con il figlio e di un ragazzo ghanese. Nella nostra città non vogliamo cose del genere».
Ieri, dopo l´ospedale, Abdi Nasser è riuscito a tornare per un po´ ai suoi impegni: la comunità somala festeggiava nella chiesa di San Sabino la giornata dell´Indipendenza.
Si chiama Abdi Nasser il rifugiato politico - e presidente della comunità somala di Bari - che ha denunciato di essere stato vittima di un pestaggio da parte di un autista del bus della linea 1
di Francesca Savino
«Sei negro, non sali». Su queste parole per Abdi Nasser si sono chiuse le porte dell´autobus della linea 1. L´uomo, rifugiato politico e presidente della comunità somala a Bari, aveva il biglietto in mano mentre bussava incredulo per salire a bordo. Lo stringeva ancora quando l´autista è sceso e lo ha preso a pugni rompendogli naso, zigomo, mascella e arcata sopraccigliare. L´episodio è chiuso nella denuncia di Nasser, che ha raccontato tutto prima ai medici del Policlinico, che hanno formulato una prognosi di 25 giorni, poi ai carabinieri di Santo Spirito e alle associazioni contro il razzismo.
Oggi incontrerà il presidente dell´Amtab Antonio Di Matteo, che ha avviato un´indagine interna e in una nota ha invitato il personale dell´azienda di trasporti municipalizzata «a non lasciare a terra nessuno, per nessun motivo». Ma è proprio sulla causa dell´aggressione che da più voci si chiede chiarezza. «Questo non è che il culmine di una serie di episodi» accusa Chouaib Chtiwi dello sportello dei Diritti. «Il clima è avvelenato: in venti giorni ho assistito al pestaggio di un padre mauriziano che camminava con il figlio e di un ragazzo ghanese. Nella nostra città non vogliamo cose del genere».
Ieri, dopo l´ospedale, Abdi Nasser è riuscito a tornare per un po´ ai suoi impegni: la comunità somala festeggiava nella chiesa di San Sabino la giornata dell´Indipendenza.
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