- 20 Novembre 2011
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Ricerca svedese sfata il mito "prima le donne e poi i bambini". Se nel naufragio si salvarono loro fu perché il capitano sparò alcuni colpi in aria. E minacciando di aprire il fuoco sui passeggeri di sesso maschile se non avessero dato la precedenza sulle scialuppe alle signore e ai piccoli, come appunto avvenne
dal nostro corrispondente..
LONDRA - "Prima le donne e i bambini". E' una frase diventata proverbiale. Un motto entrato quasi a far parte della storia della navigazione. L'idea che, se una nave affonda, sono i più deboli, donne e bambini, madri e figli, a dover salire per primi sulle scialuppe di salvataggio. Un nobile concetto, ma tuttavia assolutamente falso. Nel giorno del centenario dell'affondamento del Titanic, il primo studio approfondito condotto su questa materia rivela che, mediamente, nei naufragi di tutto il mondo si salvano più uomini che "donne e bambini". Sul Titanic, che colpì un iceberg al largo di New York poco prima della mezzanotte del 14 aprile 1912 e si inabissò due ore più tardi, le cose andarono diversamente, come testimonia il fatto che donne e bambini costituirono il 70 per cento dei sopravissuti tra i passeggeri della nave. Ma si trattò, afferma la ricerca della Uppsala University, "dell'eccezione che conferma la regola". E fu possibile soltanto perché il capitano del transatlantico, all'epoca considerato la nave più grande del mondo, estrasse una pistola, sparò qualche colpo in aria e minacciò di aprire il fuoco sui passeggeri di sesso maschile - se non avessero dato la precedenza sulle scialuppe a donne e bambini, come appunto avvenne.
Il centenario dell'affondamento più famoso della storia viene ricordato oggi in vari modi e in vari luoghi 2. Una targa con i nomi delle vittime è stata inaugurata a Belfast, dove il Titanic fu costruito. Una cerimonia di commemorazione si è svolta a Southampton, il porto inglese da cui la nave salpò. Una analoga si terrà a New York, dove doveva arrivare. E un'altra nave, la Balmoral, ha gettato corone di fiori e osservato un minuto di silenzio nel punto esatto dell'oceano Atlantico in cui il Titanic colpì l'iceberg. Ma tra le celebrazioni di un avvenimento entrato nella leggenda, diventato sinonimo di tutte le tragedie, del mare e non, c'è anche l'indagine condotta dall'università svedese, che ha esaminato il bilancio di decine di naufragi avvenuti negli ultimi duecento anni da ogni parte del mondo.
Il risultato è netto: una risoluta smentita del detto "prima le donne e i bambini". In tutti i casi, meno due, gli uomini che si sono salvati sono circa il doppio delle donne e dei bambini. "Da quanto abbiamo rivelato è chiaro che l'appello a trarre in salvo prima le donne e i bambini è soltanto un mito", afferma Mikael Elinder, lo studioso che ha diretto la ricerca. "Un detto più realistico, quando una nave subisce un naufragio e sta per affondare, sarebbe 'si salvi chi può', e poiché gli uomini tendono a essere più forti sono loro quelli che di solito si mettono in salvo per primi, appropriandosi dei posti sulle barche di salvataggio o in qualsiasi altro modo".
Un'eccezione è il Titanic, dove i posti sulle scialuppe erano assai inferiori a quelli dei passeggeri: ma esistono ricostruzioni secondo cui il capitano sparò dei colpi in aria e minacciò di aprire il fuoco contro i passeggeri che non avessero dato la precedenza a donne e bambini. L'altra eccezione riguarda la Birkenhead, una nave britannica che affondò nell'Oceano Indiano nel 1852: anche in quel caso si salvarono più donne e bambini che uomini, e anche in quel caso successe perché il capitano minacciò i passeggeri uomini, sguainando la spada, se avessero cercato di mettersi in salvo per primi.
Lo studio smentisce un altro mito, quello che gli inglesi, maestri della marineria per secoli, fossero anche maestri nell'essere cavalieri: risulta invece che, negli affondamenti di navi britanniche, si salvano mediamente ancora meno donne e bambini che in quelli di navi battenti altra bandiera. Si pensava che il detto "prima le donne e i bambini" fosse nato su una nave inglese: invece, su una nave inglese, a quanto pare nacque solo un falso mito, ma la realtà era ben diversa.
Fonte consultata: repubblica.it
dal nostro corrispondente..
LONDRA - "Prima le donne e i bambini". E' una frase diventata proverbiale. Un motto entrato quasi a far parte della storia della navigazione. L'idea che, se una nave affonda, sono i più deboli, donne e bambini, madri e figli, a dover salire per primi sulle scialuppe di salvataggio. Un nobile concetto, ma tuttavia assolutamente falso. Nel giorno del centenario dell'affondamento del Titanic, il primo studio approfondito condotto su questa materia rivela che, mediamente, nei naufragi di tutto il mondo si salvano più uomini che "donne e bambini". Sul Titanic, che colpì un iceberg al largo di New York poco prima della mezzanotte del 14 aprile 1912 e si inabissò due ore più tardi, le cose andarono diversamente, come testimonia il fatto che donne e bambini costituirono il 70 per cento dei sopravissuti tra i passeggeri della nave. Ma si trattò, afferma la ricerca della Uppsala University, "dell'eccezione che conferma la regola". E fu possibile soltanto perché il capitano del transatlantico, all'epoca considerato la nave più grande del mondo, estrasse una pistola, sparò qualche colpo in aria e minacciò di aprire il fuoco sui passeggeri di sesso maschile - se non avessero dato la precedenza sulle scialuppe a donne e bambini, come appunto avvenne.
Il centenario dell'affondamento più famoso della storia viene ricordato oggi in vari modi e in vari luoghi 2. Una targa con i nomi delle vittime è stata inaugurata a Belfast, dove il Titanic fu costruito. Una cerimonia di commemorazione si è svolta a Southampton, il porto inglese da cui la nave salpò. Una analoga si terrà a New York, dove doveva arrivare. E un'altra nave, la Balmoral, ha gettato corone di fiori e osservato un minuto di silenzio nel punto esatto dell'oceano Atlantico in cui il Titanic colpì l'iceberg. Ma tra le celebrazioni di un avvenimento entrato nella leggenda, diventato sinonimo di tutte le tragedie, del mare e non, c'è anche l'indagine condotta dall'università svedese, che ha esaminato il bilancio di decine di naufragi avvenuti negli ultimi duecento anni da ogni parte del mondo.
Il risultato è netto: una risoluta smentita del detto "prima le donne e i bambini". In tutti i casi, meno due, gli uomini che si sono salvati sono circa il doppio delle donne e dei bambini. "Da quanto abbiamo rivelato è chiaro che l'appello a trarre in salvo prima le donne e i bambini è soltanto un mito", afferma Mikael Elinder, lo studioso che ha diretto la ricerca. "Un detto più realistico, quando una nave subisce un naufragio e sta per affondare, sarebbe 'si salvi chi può', e poiché gli uomini tendono a essere più forti sono loro quelli che di solito si mettono in salvo per primi, appropriandosi dei posti sulle barche di salvataggio o in qualsiasi altro modo".
Un'eccezione è il Titanic, dove i posti sulle scialuppe erano assai inferiori a quelli dei passeggeri: ma esistono ricostruzioni secondo cui il capitano sparò dei colpi in aria e minacciò di aprire il fuoco contro i passeggeri che non avessero dato la precedenza a donne e bambini. L'altra eccezione riguarda la Birkenhead, una nave britannica che affondò nell'Oceano Indiano nel 1852: anche in quel caso si salvarono più donne e bambini che uomini, e anche in quel caso successe perché il capitano minacciò i passeggeri uomini, sguainando la spada, se avessero cercato di mettersi in salvo per primi.
Lo studio smentisce un altro mito, quello che gli inglesi, maestri della marineria per secoli, fossero anche maestri nell'essere cavalieri: risulta invece che, negli affondamenti di navi britanniche, si salvano mediamente ancora meno donne e bambini che in quelli di navi battenti altra bandiera. Si pensava che il detto "prima le donne e i bambini" fosse nato su una nave inglese: invece, su una nave inglese, a quanto pare nacque solo un falso mito, ma la realtà era ben diversa.
Fonte consultata: repubblica.it