Supporterà la giunta.
E' la prima città in Italia
ANDREA ROSSI
TORINO
Nel resto del mondo è un’istituzione ormai collaudata. In Italia no: il governo ha istituito l’Authority solo quest’estate, mettendo finalmente l’Italia al passo con tutti i Paesi avanzati. Anche Torino ha deciso di provare a colmare la lacuna. Ieri ha istituito il garante per l’infanzia. È la prima città a farlo. Una scelta che la giunta ha condiviso con un obiettivo preciso: rafforzare la solida (e storica) tradizione che vede la città all’avanguardia nelle politiche per l’infanzia. Il sindaco Fassino nominerà il garante nelle prossime settimane, scegliendolo tra un gruppo di esperti, persone di «provata esperienza e prestigio». In Comune assicurano che sarà una figura «indipendente» senza nessuna connotazione politica.
«Siamo convinti che la centralità dell’infanzia debba attraversare tutti gli interventi e le azioni della città», spiega Maria Grazia Pellerino, assessore con delega alle Politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Per farlo Torino ha scelto di dotarsi di un supporto che sappia accompagnare l’amministrazione nelle scelte da compiere. Un organismo «monocratico», non un pool né un osservatorio, ché a Palazzo Civico la volontà del sindaco di mantenere fede a uno degli impegni assunti in campagna elettorale ha dovuto fare i conti con le ristrettezze di bilancio che renderebbero complicato dotare il Comune di una nuova struttura. La nuova figura avrà uno staff leggero, composto da funzionari comunali, sul modello del garante per i detenuti istituito nel 2004. E avrà un emolumento low cost. Il garante per i detenuti guadagna 25 mila euro all’anno. Il compenso non dovrebbe discostarsi di molto.
Spetterà a Piero Fassino, dopo aver consultato la conferenza dei capigruppo, scegliere tra chi si farà avanti rispondendo al bando che verrà presto pubblicato. Il garante resterà in carica cinque anni. Il suo incarico potrà essere rinnovato solo una volta. Dovrà essere figura di provata indipendenza: niente lavoratori del Comune o di aziende partecipate, amministratori, né loro parenti fino al terzo grado; niente figure con incarichi pubblici o all’interno di partiti, associazioni o enti in potenziale conflitto d’interessi o incompatibilità.
«Compito del garante non sarà soltanto raccogliere segnalazioni e lamentele dei cittadini», sottolinea Pellerino. Da questa nuova figura la città si attende di più: un confronto costante e serrato su tutti gli atti, le delibere e i provvedimenti nel segno dell’interesse dei più piccoli. Dalla scuola al verde pubblico. Dai trasporti alla cultura. Il garante passerà al vaglio ogni atto. Dirà che cosa ne pensa. Non avrà, ovviamente, potere di veto. Ma sarà organo consultivo: verrà interpellato da assessori e uffici, sarà in grado di orientare e perfino condizionare le scelte. Non è tutto. Oltre alle funzioni consultive avrà poteri d’indagine. «Ci aspettiamo che monitori la condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in città, e periodicamente pubblichi relazioni e analisi da sottoporre alla giunta e al Consiglio», spiega l’assessore. Avrà anche il compito di fare rete con tutte le associazioni che si occupano di bambini e giovani.
E' la prima città in Italia
ANDREA ROSSI
TORINO
Nel resto del mondo è un’istituzione ormai collaudata. In Italia no: il governo ha istituito l’Authority solo quest’estate, mettendo finalmente l’Italia al passo con tutti i Paesi avanzati. Anche Torino ha deciso di provare a colmare la lacuna. Ieri ha istituito il garante per l’infanzia. È la prima città a farlo. Una scelta che la giunta ha condiviso con un obiettivo preciso: rafforzare la solida (e storica) tradizione che vede la città all’avanguardia nelle politiche per l’infanzia. Il sindaco Fassino nominerà il garante nelle prossime settimane, scegliendolo tra un gruppo di esperti, persone di «provata esperienza e prestigio». In Comune assicurano che sarà una figura «indipendente» senza nessuna connotazione politica.
«Siamo convinti che la centralità dell’infanzia debba attraversare tutti gli interventi e le azioni della città», spiega Maria Grazia Pellerino, assessore con delega alle Politiche per l’infanzia e l’adolescenza. Per farlo Torino ha scelto di dotarsi di un supporto che sappia accompagnare l’amministrazione nelle scelte da compiere. Un organismo «monocratico», non un pool né un osservatorio, ché a Palazzo Civico la volontà del sindaco di mantenere fede a uno degli impegni assunti in campagna elettorale ha dovuto fare i conti con le ristrettezze di bilancio che renderebbero complicato dotare il Comune di una nuova struttura. La nuova figura avrà uno staff leggero, composto da funzionari comunali, sul modello del garante per i detenuti istituito nel 2004. E avrà un emolumento low cost. Il garante per i detenuti guadagna 25 mila euro all’anno. Il compenso non dovrebbe discostarsi di molto.
Spetterà a Piero Fassino, dopo aver consultato la conferenza dei capigruppo, scegliere tra chi si farà avanti rispondendo al bando che verrà presto pubblicato. Il garante resterà in carica cinque anni. Il suo incarico potrà essere rinnovato solo una volta. Dovrà essere figura di provata indipendenza: niente lavoratori del Comune o di aziende partecipate, amministratori, né loro parenti fino al terzo grado; niente figure con incarichi pubblici o all’interno di partiti, associazioni o enti in potenziale conflitto d’interessi o incompatibilità.
«Compito del garante non sarà soltanto raccogliere segnalazioni e lamentele dei cittadini», sottolinea Pellerino. Da questa nuova figura la città si attende di più: un confronto costante e serrato su tutti gli atti, le delibere e i provvedimenti nel segno dell’interesse dei più piccoli. Dalla scuola al verde pubblico. Dai trasporti alla cultura. Il garante passerà al vaglio ogni atto. Dirà che cosa ne pensa. Non avrà, ovviamente, potere di veto. Ma sarà organo consultivo: verrà interpellato da assessori e uffici, sarà in grado di orientare e perfino condizionare le scelte. Non è tutto. Oltre alle funzioni consultive avrà poteri d’indagine. «Ci aspettiamo che monitori la condizione dell’infanzia e dell’adolescenza in città, e periodicamente pubblichi relazioni e analisi da sottoporre alla giunta e al Consiglio», spiega l’assessore. Avrà anche il compito di fare rete con tutte le associazioni che si occupano di bambini e giovani.