Trovato nel Ticino il corpo della giovane scomparsa: il suo ex confessa il delitto
Un carabiniere di 28 anni ammette di averla uccisa. E poi indica il luogo dove ha gettato il cadavere
MILANO - Il corpo era incastrato tra i rovi, sulla sponda del Ticino. Alla fine, dopo quasi un mese di ricerche, è stato proprio l'ex fidanzato di Simona Melchionda, la giovane 25enne scomparsa lo scorso 6 giugno dalla sua casa di Oleggio (Novara), a indicare il luogo. Luca Sainaghi, 28 anni, carabiniere, ha raccontato di averle sparato un colpo di pistola alla testa e di aver gettato il cadavere nel fiume. L'uomo era stato ascoltato nei giorni scorsi: aveva negato tutto, cadendo però più volte in contraddizione. Alla fine è crollato. Sabato mattina si è presentato in caserma a Novara accompagnato dai suoi legali. «Sono stato io a uccidere Simona» ha confessato, ed è stato fermato per omicidio preterintenzionale. Poi ha indicato agli inquirenti il punto dove si trovava il cadavere. I vigili del fuoco e i carabinieri, seguendo le sue indicazioni, e scendendo soltanto qualche centinaio di metri più a valle, hanno trovato sulla sponda del Ticino, all'altezza di san Giorgio Pombia, un cadavere di donna. L'identificazione deve ancora avvenire formalmente. Ma nessuno ha dubbi: è Simona.
RICERCHE IN CORSO - L'ipotesi dell'omicidio sembra dunque essere confermata. D'altra parte si tratta della pista indicata fin dalle prime ore dai genitori di Simona che parlavano di un incontro della figlia per chiarire definitivamente i rapporti proprio con l'ex fidanzato. Simona - da quanto si apprende - aveva avuto una relazione con il ventottenne ma nell'inverno scorso, al ritorno da una vacanza ai Caraibi, la ragazza avrebbe scoperto che lui aveva un'altra storia con una donna che era in attesa di un bambino. E questo fatto aveva posto fine al rapporto tra i due, che tuttavia pare continuassero a vedersi, anche se Simona avrebbe voluto tagliare i ponti definitivamente.
L'ULTIMO SMS - Il delitto, secondo la confessione dell'assassino, sarebbe avvenuto la sera del 6 giugno, il giorno della scomparsa della vittima, al culmine di un litigio. Tra Simona Melchionda e Luca Sainaghi c'era stata una relazione, interrotta quando lui aveva deciso di tornare insieme all'ex fidanzata rimasta incinta. Il carabiniere, in servizio alla caserma di Oleggio, ha confessato ai colleghi che la vittima voleva che lasciasse la compagna e il figlio per tornare con lei. Una versione differente da quella sostenuta dai genitori della ragazza scomparsa. Per loro era Luca, infatti, a non lasciare in pace la figlia. Cosa sia successo quella sera del 6 giugno, comunque, è ancora da chiarire. Simona è uscita di casa verso le 23.30 e da allora non è più stata vista. L'unica traccia è un sms arrivato verso le 2 di notte ai genitori: «Stanotte dormo fuori». A quell'ora è però probabile che Simona fosse già stata uccisa. Al momento è escluso che nell'omicidio sia coinvolta l'attuale compagna del carabiniere.
Simona Melchionda
Corriere.it
Un carabiniere di 28 anni ammette di averla uccisa. E poi indica il luogo dove ha gettato il cadavere
MILANO - Il corpo era incastrato tra i rovi, sulla sponda del Ticino. Alla fine, dopo quasi un mese di ricerche, è stato proprio l'ex fidanzato di Simona Melchionda, la giovane 25enne scomparsa lo scorso 6 giugno dalla sua casa di Oleggio (Novara), a indicare il luogo. Luca Sainaghi, 28 anni, carabiniere, ha raccontato di averle sparato un colpo di pistola alla testa e di aver gettato il cadavere nel fiume. L'uomo era stato ascoltato nei giorni scorsi: aveva negato tutto, cadendo però più volte in contraddizione. Alla fine è crollato. Sabato mattina si è presentato in caserma a Novara accompagnato dai suoi legali. «Sono stato io a uccidere Simona» ha confessato, ed è stato fermato per omicidio preterintenzionale. Poi ha indicato agli inquirenti il punto dove si trovava il cadavere. I vigili del fuoco e i carabinieri, seguendo le sue indicazioni, e scendendo soltanto qualche centinaio di metri più a valle, hanno trovato sulla sponda del Ticino, all'altezza di san Giorgio Pombia, un cadavere di donna. L'identificazione deve ancora avvenire formalmente. Ma nessuno ha dubbi: è Simona.
RICERCHE IN CORSO - L'ipotesi dell'omicidio sembra dunque essere confermata. D'altra parte si tratta della pista indicata fin dalle prime ore dai genitori di Simona che parlavano di un incontro della figlia per chiarire definitivamente i rapporti proprio con l'ex fidanzato. Simona - da quanto si apprende - aveva avuto una relazione con il ventottenne ma nell'inverno scorso, al ritorno da una vacanza ai Caraibi, la ragazza avrebbe scoperto che lui aveva un'altra storia con una donna che era in attesa di un bambino. E questo fatto aveva posto fine al rapporto tra i due, che tuttavia pare continuassero a vedersi, anche se Simona avrebbe voluto tagliare i ponti definitivamente.
L'ULTIMO SMS - Il delitto, secondo la confessione dell'assassino, sarebbe avvenuto la sera del 6 giugno, il giorno della scomparsa della vittima, al culmine di un litigio. Tra Simona Melchionda e Luca Sainaghi c'era stata una relazione, interrotta quando lui aveva deciso di tornare insieme all'ex fidanzata rimasta incinta. Il carabiniere, in servizio alla caserma di Oleggio, ha confessato ai colleghi che la vittima voleva che lasciasse la compagna e il figlio per tornare con lei. Una versione differente da quella sostenuta dai genitori della ragazza scomparsa. Per loro era Luca, infatti, a non lasciare in pace la figlia. Cosa sia successo quella sera del 6 giugno, comunque, è ancora da chiarire. Simona è uscita di casa verso le 23.30 e da allora non è più stata vista. L'unica traccia è un sms arrivato verso le 2 di notte ai genitori: «Stanotte dormo fuori». A quell'ora è però probabile che Simona fosse già stata uccisa. Al momento è escluso che nell'omicidio sia coinvolta l'attuale compagna del carabiniere.
Simona Melchionda