Uccise la figlia gettandola a terra:assolta perché incapace di intendere
L'omicidio della piccola, che aveva 14 giorni, avvenne al termine di una violenta lite tra la donna e il compagno
CATANZARO - Uccise la figlia di 14 giorni scaraventandola a terra dopo una violenta lite con il suo ex compagno. A oltre un anno e mezzo dal delitto, avvenuto a Catanzaro nel dicembre del 2008, Morena Loprete, di 21 anni, è stata assolta perché persona non imputabile. La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catanzaro, Gabriella Reillo, che ha disposto per la donna il ricovero per tre anni in una struttura sanitaria che non sia un ospedale pischiatrico.
LA RICHIESTA DEL PM - Dopo che il perito nominato dal giudice, il dottore Mario Nicotera, è giunto alla conclusione che la Loprete fosse da ritenersi del tutto incapace quando la sua bimba morì, in aula è stata lo stesso pubblico ministero Alessia Miele a chiedere l'assoluzione dell'imputata, sollecitando tuttavia la misura di sicurezza poiché non è stata esclusa la pericolosità sociale della giovane. Per l'assoluzione ed il ricovero - considerate le sue condizioni di salute -, del resto, si è sempre battuto anche l'avvocato Alessandro Guerriero, difensore della donna, che non è mai voluta comparire in aula, dove invece ha seguito il processo il suo ex convivente, Rosario Donato, 25 anni, che ha rinunciato a costituirsi parte civile (è rappresentato dall'avvocato Carlo Petitto). I fatti per cui la 21enne è finita in aula sono avvenuti all'alba del primo dicembre 2008, nel quartiere Gagliano di Catanzaro. Morena Loprete, secondo l'accusa, avrebbe ucciso la sua bambina al culmine di una violenta lite con Donato, ferito al petto con una coltellata e con un morso che gli ha staccato il lobo dell'orecchio sinistro.
Corriere.it
L'omicidio della piccola, che aveva 14 giorni, avvenne al termine di una violenta lite tra la donna e il compagno
CATANZARO - Uccise la figlia di 14 giorni scaraventandola a terra dopo una violenta lite con il suo ex compagno. A oltre un anno e mezzo dal delitto, avvenuto a Catanzaro nel dicembre del 2008, Morena Loprete, di 21 anni, è stata assolta perché persona non imputabile. La sentenza è stata emessa dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Catanzaro, Gabriella Reillo, che ha disposto per la donna il ricovero per tre anni in una struttura sanitaria che non sia un ospedale pischiatrico.
LA RICHIESTA DEL PM - Dopo che il perito nominato dal giudice, il dottore Mario Nicotera, è giunto alla conclusione che la Loprete fosse da ritenersi del tutto incapace quando la sua bimba morì, in aula è stata lo stesso pubblico ministero Alessia Miele a chiedere l'assoluzione dell'imputata, sollecitando tuttavia la misura di sicurezza poiché non è stata esclusa la pericolosità sociale della giovane. Per l'assoluzione ed il ricovero - considerate le sue condizioni di salute -, del resto, si è sempre battuto anche l'avvocato Alessandro Guerriero, difensore della donna, che non è mai voluta comparire in aula, dove invece ha seguito il processo il suo ex convivente, Rosario Donato, 25 anni, che ha rinunciato a costituirsi parte civile (è rappresentato dall'avvocato Carlo Petitto). I fatti per cui la 21enne è finita in aula sono avvenuti all'alba del primo dicembre 2008, nel quartiere Gagliano di Catanzaro. Morena Loprete, secondo l'accusa, avrebbe ucciso la sua bambina al culmine di una violenta lite con Donato, ferito al petto con una coltellata e con un morso che gli ha staccato il lobo dell'orecchio sinistro.