delpiero.

Utente Strepitoso
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13 Luglio 2009
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Giocare una Coppa del Mondo è il sogno di tutti i calciatori e di riflesso di tutti i genitori che sin dai primi passi accompagnano i propri pargoli al campetto d'allenamento. In Sudafrica però il Mondiale per alcuni altro non sarà che un affare di famiglia. C'è chi avrà nella propria stanza il fratello calciatore, chi se lo troverà di fronte da avversario e chi non potrà lasciarsi troppo andare perché il ct è il padre o - peggio ancora - il suocero.

Questione di genetica? Può darsi, ma quel che è sicuro è che non sono così isolati i rapporti di parentela nel calcio. Nella selezione ivoriana per esempio giocheranno i fratelli Tourè, Yaya e Kolo mentre in quella honduregna sono presenti Johnny e Wilson Palacios. Rarità? Manco per sogno, basta andare fino al ritiro del Giappone e sullo stesso campo d'allenamento si troveranno Shunsuke Nakamura e il fratello Kengo così come in quello paraguaiano condivideranno la stessa esperienza Edgar e Diego Barreto.

Altre due coppie di fratelli invece sono state divise. Se il tecnico messicano Aguirre ha spezzato il sogno dei Dos Santos di avere Giovanni e Jonathan in Sudafrica lasciando a casa il più giovane e meno famoso dei due, più curiosa è la storia dei fratelli Boateng. I due sono entrambi nati in Germania ma in Sudafrica rappresenteranno due nazionali diverse: Jerome vestirà la maglia tedesca mentre Kevin-Prince indosserà quella Ghanese. A metterci un tocco beffardo ci ha pensato il destino che li metterà uno contro l'altro il 23 giugno in occasione dell'ultima partita del girone D.

Continuando a spulciare tra i 768 protagonisti tra giocatori e selezionatori, si pescano altri gradi di parentela. In Slovenia e Camerun ci sono i cugini Handanovic - entrambi portieri - e i Song (Rigobert e Alexandre) ma tra Stati Uniti e Slovacchia il legame di sangue è ancor più diretto. Bob Bradley, ct della nazionale statunitense, avrà ai suoi ordini il figlio Michael. Stessa situazione in Slovacchia dove Vladimir Weiss ha incluso nella lista dei 23 l'omonimo primogenito. Ma se avere un padre allenatore può sembrare limitativo in alcuni casi, ancor peggio - si fa per dire - è quello che accomuna Van Bommel e Aguero che avranno i rispettivi suoceri Van Maarwijk e Maradona direttamente in ritiro.

Che sia questione di genetica o meno la lista dei "parenti mondiali" non è una peculiarità della rassegna sudafricana. Facendo un piccolo salto nel passato si possono ricordare altri protagonisti: i fratelli De Boer per l'Olanda, i Degen per la Svizzera, i "nostri" Cesare e Paolo Maldini o gli Alonso per la Spagna solo per citarne alcuni. Come dire, buon sangue non mente...

Fonte: SportMediaset