Under 19, quanti talenti L'Europeo va all'Ucraina

robylove

Utente bannato
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17 Agosto 2009
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KIEV, 3 agosto 2009 - L'Europeo Under 19 si è concluso ieri con la sorprendente vittoria dei padroni di casa dell'Ucraina. I ragazzi del c.t. Yuriy Kalitvintsev, molto poco accreditati a inizio torneo, hanno sorpreso tutti riuscendo a battere in finale i Giovani Leoni dell'Inghilterra con un 2-0 secco che lascia poco spazio a recriminazioni. Tuttavia, l'Ucraina è stata a un passo dall'eliminazione: nella fase a gruppi solo un gol all'85' di Serhiy Rybalka ha consentito ai nipotini di Shevchenko di approdare alle semifinali e, quindi, di battere in sequenza i favoriti serbi e l'Inghilterra.

GIOIELLI UCRAINI — L'uomo chiave degli ultimi due successi è certamente risultato Denys Garmash (classe 1990, come praticamente tutti i colleghi di questo torneo), schierato esterno a destra o a sinistra nella linea di centrocampo del 4-4-2 ucraino è riuscito più volte ad arrivare alla conclusione, realizzando una doppietta contro la Serbia e il gol che ha dato il la alla vittoria in finale, con un favoloso destro al volo in anticipo su azione di calcio d'angolo. Preziosissimo il lavoro del capitano degli ucraini, Kyrylo Petrov, altro ragazzo della più famosa squadra di Kiev, grande determinazione e aggressività in mezzo al campo e un bel tiro da fuori. Il gol della staffa, nella finale, è giunto dal destro di Dmytro Korkishko, mezzapunta incostante e istintiva, che alterna buone giocate e dribbling insistiti e con poco senso, ma con un bel piede anche su punizione.

INGLESI DA SEGUIRE — Messi sotto, soprattutto psicologicamente, in finale, agli inglesi va il titolo del capocannoniere del torneo: quattro i gol realizzati da Nathan Delfouneso; il giovane che ha già esordito con l'Aston Villa in Premier ha segnato i due gol decisivi nella semifinale con la Francia e ha dispensato un bel gioco di gambe e grande eleganza partendo dal lato destro d'attacco del 4-1-4-1 inglese. La formazione di Brian Eastick era zeppa di talento ma è stata “tradita”, specie nella partita decisiva, dal più atteso dei Giovani Leoni, quel Daniel Welbeck già incoronato da sir Alex Ferguson nel Manchester United. Buonissime invece le prove di Henri Lansbury dell'Arsenal, qualità sopraffina e possibilità di adattarsi ai differenti ruoli del centrocampo, l'ultimo ad arrendersi, e di Joe Bennett, terzino sinistro ma all'occorrenza anche esterno d'attacco, dall'ottimo senso dell'inserimento e dal qualitativo sinistro: con il Middlesbrough impegnato a risalire in Premier probabile che quest'anno abbia parecchio spazio.

CHE BRAVO BRAHIMI — Se la Serbia guidata dal fantasista Adem Ljajić (ragazzo del Partizan, classe 1991, già prenotato dal Manchester United) ha un po' deluso, ma ha sofferto più di un'assenza, è invece tornata a livelli che gli competono la Francia. I Galletti hanno raggiunto la semifinale, venendo beffati ai supplementari, mostrando probabilmente il miglior calcio del torneo, con principi di pressing offensivo, ripartenze veloci e coordinate, e l'Mvp della manifestazione: Yacine Brahimi, esterno d'attacco del Rennes (andrà in prestito al Clermont in Ligue 2) dal luminoso futuro. Il ragazzo di colore e di origine algerina è dotatissimo dal punto di vista tecnico, è molto veloce, calcia destro e sinistro, sa creare dal nulla e deve solo mettere addosso un po' di chili, poi sarà pronto per platee nobilissime. Molto bene anche altri ragazzi francesi: l'altro esterno Ryad Boudebouz, i due colossi di metacampo Alfred N'Diaye e Joshua Guilavogui, gli attaccanti Manu Rivière e Magaye Gueye, un bel gruppo dal futuro roseo. Non hanno centrato la qualificazione alle semifinali ma hanno messo in mostra un buon livello di gioco anche Svizzera e Turchia: dei secondi è giusto citare l'esterno d'attacco Eren Albayrak, il centravanti Sercan Yıldırım, il jolly Rıdvan Şimşek e il capitano Serkan Kurtuluş, per i rossocrociati da segnalare il portiere del Basilea Oliver Klaus e l'attaccante Orhan Mustafi, lui pure rappresentante dei rossoblù del nord della Confederazione.

MALE GLI SPAGNOLI — Ennesima delusione, la Spagna: da quando le Furie Rosse hanno vinto l'Europeo “dei grandi” non sono più riusciti ad imporsi in un torneo giovanile, dove negli anni precedenti avevano sempre fatto la voce grossa. E tutto ciò pur avendo quasi sempre una rosa di altissimo livello. A dirla tutta, in questo Europeo under 19 sui ragazzi guidati da Luis Milla, ex centrocampista di Barça e Real Madrid, ha pesato anche una buona dose di cattiva sorte: partiti male nel primo match con la Turchia non hanno certo demeritato contro Serbia e Francia, controllando il gioco per lunghi tratti in entrambi i match: non è bastato. Da elogiare però l'Europeo del centravanti spagnolo, Joselu, l'intermittente Fran Merida e lo juventino Iago Falqué, mentre ha mostrato una preoccupante involuzione un super talento come Thiago Alcantara, giovanili del Barça, nato in Italia (a Bari) in quanto figlio dell'ex centrocampista brasiliano Mazinho, che da noi ha militato in Lecce e Fiorentina.