Spartan

Utente bannato
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10 Febbraio 2008
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Verona,uccide il padre e lo fa a pezzi

Giovane getta corpo nella spazzatura

Uccide il padre, lo taglia in cinque pezzi con una sega e ne getta il cadavere in un bidone della spazzatura. Il raccapricciante delitto è avvenuto in un quartiere di Verona; l'omicida, dopo alcune ore passate in Questura, ha confessato. In carcere è finito Piergiorgio Zorzi, 20 anni, accusato dell'omicidio del padre, Giorgio, 66 anni. Sono stati i condomini a

chiamare la polizia per il cattivo odore che proveniva da uno dei bidoni.
Sul posto sono intervenute le volanti, il dirigente della squadra mobile scaligera Giampaolo Trevisi e il suo vice Massimo Scannicchio che hanno portato il giovane in Questura dove, sottoposto ad un interrogatorio durato diverse ore, ha infine confessato davanti al pm scaligero Elvira Vitulli. Il figlio ha usato una sega per tagliare gambe e braccia staccandole dal corpo, perché il corpo intero non stava nel bidone dei rifiuti organici, nel garage di casa.

Una lite per il volume della tv scatena il delitto
Sembra che sia stato il volume troppo alto della tv durante la partita Inter-Bayern il motivo che avrebbe fatto scatenare la sera del 22 maggio la lite, l'ennesima, tra Giorgio Zorzi e il figlio Piergiorgio e ad armare la mano di quest'ultimo contro il padre. L'uomo si sarebbe lamentato del volume troppo alto mentre Piergiorgio seguiva l'incontro di calcio per la finale di Champions League.

La ricostruzione della tragedia, avvenuta in un appartamento del condominio del quartiere San Massimo a Verona, è stata fatta dal capo della squadra mobile della Questura di Verona, Giampaolo Trevisi, secondo le ammissioni dello stesso parricida, a lungo interrogato in Questura.

La madre era lontana da casa
Il terribile delitto è stato attuato dal giovane mentre la madre era lontano da casa. Alla donna, che al telefono gli chiedeva dove fosse suo marito, il figlio rispondeva che era fuori, al bar, con degli amici. Insomma, trovava sempre una risposta pronta per non farla parlare con l'uomo.

A lei era impossibile chiamare il marito al telefonino perché l'uomo aveva rotto l'apparecchio da una ventina di giorni e non lo aveva ancora sostituito. Agli investigatori la donna avrebbe riferito che le era sembrato strano che il marito non rispondesse mai al telefono di casa.

La raccapricciante scoperta dei vicini
E' stata dunque la puzza terribile che proveniva dal garage a insospettire i vicini di casa della famiglia Zorzi spingendoli a chiamare la polizia. I vicini si erano insospettiti anche perché da qualche giorno quella casa, dove le liti erano all'ordine del giorno, era stranamente silenziosa. C'è voluto ben poco perché gli uomini delle forze dell'ordine si accorgerssero che nel bidone del rifiuto umido, da cui alcuni vicini esasperati dall'odoraccio avevano intanto estratto dei resti non identificabili come umani, c'erano parti di un cadavere.

Il cadavere nel bidone
In tutto la scientifica ha scoperto cinque pezzi di cadavere: in parte con ancora addosso degli indumenti. Verificato, anche sulla base della confessione di Piergiorgio Zorzi, che si trattava del corpo smembrato del padre, l'attenzione degli inquirenti si è rivolta a ricostruire l'ambiente familiare in cui la tragedia è maturata, a scoprire il motivo che ha spinto un giovane di 21 anni a compiere, impugnando una sega, lo smembramento del corpo del padre dopo averlo ucciso.

Secondo i vicini del palazzone della zona di San Massimo, periferia veronese, le liti erano normale routine in quella casa dove il padre non riusciva a rassegnarsi al fatto che il figlio avesse problemi di dipendenze, per cui era stato in comunità, e che fosse senza una occupazione fissa. A peggiorare la situazione di disagio familiare la grave malattia di cui soffriva la madre del giovane, Angela Zorzi, affetta da sclerosi multipla. Un delitto quindi maturato in un ambito di degrado in un periodo in cui padre e figlio erano rimasti soli in casa: la moglie era andata a far visita alla madre.

L'incredulità degli amici
Ancora non credono a quanto accaduto gli amici del giovane, che arrivano alla spicciolata davanti al condominio teatro della tragedia. "Nessuno di noi si sarebbe mai aspettato un gesto simile da Piergiorgio - afferma uno di loro -. So che c'erano delle tensioni tra lui e il padre ma non si pensava certo che potessero sfociare in questa tragedia". Alcuni giovani ricordano un "periodo difficile" della vita del loro amico sottolineando, senza però saperne specificare il motivo, che qualche anno fa sarebbe stato ospite di una comunità di recupero. "Lo conoscevo abbastanza bene ma non lo frequentavo spesso - dice un altro ragazzo scendendo dallo scooter - mi sembrava un ragazzo tranquillo e non aveva per quanto ne so cattive frequentazioni". L'odore di morte, intanto, esce ancora forte dal garage interrato: i curiosi passano davanti, si tappano il naso e fuggono, qualcuno si fa il segno della croce.

Piergiorgio era andato in una comunità veronese quand'era ancora minorenne. Il suo trasferimento dalla casa familiare alla struttura minorile era dovuto, secondo quanto si è appreso, a problemi di carattere comportamentale di Piergiorgio. Il giovane non avrebbe mai avuto problemi di droga, fatta eccezione, forse, per aver fumato qualche spinello di hashish.​
 
madonna mia che mondo di :censurato:... come si fa proprio non lo so..
 
Ultima modifica da un moderatore:
Uccidere il padre,per un volume un po troppo alto?

I ragazzi di oggi sono pazzi in queti tempi
 
Io quando l'ho sentito al TG non avevo parole..
 
Ultima modifica:
Incredibile..senza parole veramente. Chissà come saranno i nostri futuri figli, in che comunità schifosa vivranno..bah
 
Inserisci la fonte.
Comunque è un fatto orribile e raccapricciante. Il ragazzo, a mio parere, ha dei problemi mentali..