Con la parola manga si racchiudono tutti i fumetti giapponesi, che appunto trattano vicende del luogo di creazione.
Etimologia:
Il termine manga, letteralmente "immagini derisorie"[9] fu inizialmente usato alla fine del XVIII secolo in alcune pubblicazioni, come il libro d'illustrazioni Shiji no yukikai di Santō Kyōden, e il Manga hyakujo di Aikawa Minwa, entrambi del 1798. In seguito fu anche usato dal famoso artista giapponese Hokusai nell'Hokusai manga del 1814 anche se non entrò nell'uso comune fino al XX secolo.
Il primo disegnatore Manga:
Rakuten Kitazawa fu il primo disegnatore ad utilizzare la parola manga.
Tendenze europee:
Tendenzialmente in Europa si identifica il fumetto con una produzione per bambini e ragazzi. I manga, con le loro figure dai tratti spesso infantili (come gli occhi grandi) ad un occhio inesperto, suscitano inizialmente una certa confusione.
Altre informazioni:
Il fumetto giapponese possiede una gabbia di impaginazione più larga rispetto all'occidentale (180x270mm); il formato standard di lavorazione è il B4 serie JIS (257 × 364 mm) per i volumi professionali e A4 (210 × 297 mm) per le doujinshi, invece l'occidentale è in genere elaborato su un formato molto grande, dall'A3 in su. Mentre l'occidentale è formata da uno schema di gabbia formato da 12 quadrati, il manga si sviluppa su un numero medio di 6-8 quadrati, (come il fumetto Disney) a parte eccezioni ad esempio negli shonen o le scene veloci, che hanno uno schema con più quadrati, arrivando a sfiorare la frequenza di riquadratura occidentale.
COME LEGGERE UN MANGA:
Il manga giapponese si legge al contrario rispetto al fumetto occidentale, cioè dall'ultima alla prima pagina (secondo le consuetudini orientali), con la rilegatura alla destra del lettore e le pagine "libere" alla sinistra. Anche le vignette si leggono da destra verso sinistra, dall'alto verso il basso. Esistono, tuttavia, alcuni manga che si leggono da sinistra verso destra, cioè secondo l'usanza occidentale.[14]
Nel corso del tempo ci sono stati alcuni mutamenti nella disposizione delle vignette. Inizialmente prevaleva la disposizione verticale; successivamente, nei tardi anni quaranta, è stata introdotta anche la disposizione orizzontale, quella attuale. Nelle storie più accurate dal punto di vista stilistico, queste due disposizioni si sovrappongono e vengono entrambe usate, creando un percorso di lettura piuttosto complesso per le abitudini del lettore occidentale, ma con un preciso intento stilistico. In realtà, un lettore giapponese, allenato alla lettura non alfabetica, riesce più facilmente di un lettore occidentale alle prime armi a orientarsi in questo universo di segni, dove gli viene offerta una grande libertà di percorso. Gli occhi vagano nella pagina cogliendo inizialmente alcuni dettagli, scelgono di soffermarsi prima su alcuni tipi di testo e poi su altri, ricavando alla fine non una lettura analitica di contenuti, ma una coinvolgente impressione generale di ciò che sta accadendo.
A differenziare il manga dagli altri stili fumettistici è innanzitutto l'importanza che viene data all'atmosfera, alle emozioni ed all'introspezione dei personaggi. Vi è uno studio più approfondito dell'impaginazione, basato sui tagli e le inquadrature: queste ultime rimangono le stesse utilizzate in qualsiasi altro stile fumettistico, ad eccezione del piano d'azione, che non viene quasi mai utilizzato. Per quanto riguarda ai tagli delle vignette, possiamo dividerle in:
Orizzontali: utilizzate nello stesso tempo per creare uno stacco fra lo schema a due vignette affiancate, quindi per guidare meglio lo sguardo di lettura, ma anche per un ritmo di lettura più lento. (nel caso del fumetto di lettura giapponese. Per quanto riguarda la lettura occidentale è il contrario)
Verticali: il contrario delle vignette orizzontali per quanto riguarda al ritmo (non dimentichiamo che per la lettura occidentale è l'inverso).
Diagonali: singole o combinate con inquadrature altrettanto inclinate, generano un'atmosfera di tensione emotiva e possono essere calanti o ascendenti. A seconda delle due, la situazione "precipita" o si tranquillizza, sfumando in una situazione meno tesa.
Vignette chiuse o aperte: quasi esenti dal fumetto occidentale, nel fumetto giapponese hanno un'importanza vitale, in quanto una vignetta fino al Tachikiri guida quasi sicuramente il lettore verso la pagina successiva ed è utile per le scene molto importanti, contrariamente alle vignette chiuse.
I balloon:
I dialoghi, (anche se il manga tende ad "illustrare" e non "spiegare") sono posti in balloon variabili, che vanno dal molto piccolo, al molto grande. Questa differenza può essere data dal volume che ha il dialogo in quel momento, piuttosto che dall'importanza che ha lo stesso nella scena. Una frase scioccante sarà più importante di una di sfondo, per cui verrà posta in una nuvola molto grande (nel fumetto occidentale l'importanza della frase viene data in genere dall'evidenziare con una scritta in grassetto). Si preferiscono dialoghi brevi, per evitare che il lettore si intimorisca di fronte ad un discorso troppo lungo e lo salti; inoltre in Giappone si preferisce scriverli a mano, piuttosto che con qualche strumento vettoriale, molto in uso in occidente. Le didascalie sono rare.
Tecnica:
Abitualmente in Giappone si utilizzano materiali realizzati appositamente per questo tipo di fumetto, come fogli riquadrati in ciano (colore non visibile in scansione bianco e nero), pennini con varie modulazioni, righelli appositamente preparati per le linee cinetiche, retini ed attrezzi per applicarli. Generalmente la tavola manga non è né a colori né in scala di grigi, ma in bianco e nero, scelta che deriva dall'utilizzo che il volume manga ha: essendo inizialmente un prodotto da pubblicare su riviste contenitore, in Giappone raramente le si conserva e, per evitare spese di stampa inutili, si preferisce utilizzare un'economica stampa in bianco e nero; oltre a questo, la rivista contenitore è una sorta di "anteprima", per attirare consensi per un titolo da parte dei lettori, per poi in un futuro, stampare i volumi tankōbon ad esso riservati. Le ombre, anche mantenendo il bianco e nero, vengono date raramente dai neri pieni e più facilmente dai retini grattabili; i colori delle eventuali pagine a colori di edizioni speciali e delle riviste vengono tendenzialmente realizzati a china oppure a pantone (i più famosi ed usati sono i copic). In Occidente non si bada troppo a quale materiale utilizzare ed i tempi di consegna sono decisamente più larghi, permettendo così al fumettista di potersi permettere di utilizzare scelte tecniche più elevate e strumenti più ampi.
La pubblicazione in Giappone:
I manga vengono pubblicati in Giappone inizialmente all'interno di grossi albi, stampati in bianco e nero su carta di qualità scadente. Soltanto alcune pagine introduttive sono talvolta a colori e su carta migliore, generalmente allo scopo di introdurre i personaggi della vicenda.
In ognuno di questi albi vengono raccolte numerose storie a puntate. Tramite un'inchiesta fra i lettori viene verificato il successo delle singole serie, cosicché alcune possono essere interrotte anzitempo e altre, al contrario, meritare di essere stampate a parte, sotto forma di albi monografici di qualità migliore in più volumetti (tankōbon). Si distinguono fondamentalmente tre formati di pagina per i manga: il più classico è il B6 (circa 12,5×18 cm), ma sono utilizzati anche, per edizioni più lussuose, l'A5 (15×21 cm) e il B5 (18×25 cm).
A differenza dei fumetti occidentali, le avventure dei manga hanno, per quanto riguarda i protagonisti, un inizio ed una fine. Il personaggio ideato dall'autore e/o disegnatore appare sulla scena nel primo volume, "vive" la sua vicenda e, al termine della serie (quelle di successo possono protrarsi per diversi anni e centinaia di puntate), esce di scena e non "interpreterà" altre serie. Alcune eccezioni si possono rilevare per personaggi molto amati dal pubblico, che vengono ripresentati in varianti della storia principale, oppure di cui si raccontano episodi accaduti anteriormente all'inizio della serie principale. Spesso il successo di un personaggio di un manga si risolve in una trasposizione più o meno fedele delle sue avventure sotto forma di anime.
I manga in italia:
Il fenomeno manga comincia ad affermarsi maggiormente agli inizi degli anni novanta, grazie a case editrici come la Glénat, con la pubblicazione di Akira, e la Granata Press, con la pubblicazione di Ken il guerriero e di riviste come Mangazine e Zero, e successivamente la Star Comics, che pubblica, tra gli altri, il manga Dragon Ball.
È tuttavia importante sottolineare che Fabbri editori diede alle stampe dal dicembre 1979 la rivista a fumetti Il grande Mazinga, contenente il fumetto originale seppur in una versione edulcorata da scene violente e appositamente colorata da staff italiano. Attraverso Il grande Mazinga viene segnato un momento importante nella storia dei manga in Italia, essendo stato il primo manga pubblicato direttamente dall'edizione giapponese. Alla rivista sarebbero seguiti due volumi dal titolo Io sono il grande Mazinga e Mazinger contro i Mazinger, che raccolgono parte delle storie pubblicate contemporaneamente in rivista per le edicole. Nell'ottobre del 1980 Fabbri pubblica il primo numero del settimanale Candy Candy. La longeva testata, prima di una lunga serie intitolata al personaggio e alla quale si aggiunse in seguito Lady Oscar, appassionerà il pubblico femminile per anni. In seguito, esaurito il materiale originale, il giornale è continuato attraverso nuove avventure appositamente ideate da disegnatori italiani. Nel 1980 è la volta di Golgo 13 e nel dicembre 1983 di Black Jack di Osamu Tezuka, entrambi sul mensile Eureka. Sembra tuttavia che il primo manga in assoluto pubblicato in Italia sia stato Son Goku di Shifumi Yamane, da Garzanti nel 1962, ma sulla sua originalità vi è più di un dubbio.
Altre case editrici di manga in Italia sono: Flashbook Editore, specializzata in manga e manhwa coreani, Planet Manga della Panini, Jpop, Magic Press (che diversifica i propri prodotti in tre etichette: MX per i manga generici, 801 per gli yaoi e Black Magic per gli hentai) e Planeta De Agostini. Di recente si è aggiunto l'editore GP Publishing, della Giochi Preziosi, che al debutto si avvalse della consulenza dei Kappa Boys, prima in forze alla Star Comics.[15] Dal 2008 anche la Disney ha iniziato a pubblicare manga nella collana Disney Manga, tra cui Kingdom Hearts. Il loro successo in Italia ha fatto sì che manga e anime venissero citati anche in alcune opere letterarie giovanili, come per esempio nel romanzo di Isabella Santacroce Destroy, in cui la protagonista, Misty, è un'accanita lettrice di fumetti giapponesi, oppure in Come un fumetto giapponese di Gianfranco Liori dove il protagonista, anche qui otaku accanito, scappa di casa per recarsi alla più importante manifestazione di fumetti italiana, il Lucca Comics.
Dalla fine degli anni novanta il "manga made in Italy" sta tentando di emergere, con iniziative spesso precarie e tentativi andati a vuoto. Nel 1997, ad esempio, la casa editrice Comic Art pubblicò una serie di fumetti intitolata Spaghetti manga, realizzata da autori italiani, che però non ebbe molto successo. Pugno! di Roberto Recchioni fu uno dei titoli di maggiore rilievo. Comic Art pubblicò successivamente diverse testate manga tra le quali ricordiamo per successo di pubblico e critica L'Immortale di Hiroaki Samura, Noritaka, Detective Conan. Il fallimento della stessa interruppe la serializzazione, ripresa poi da altri editori, in primis la Marvel Italia. Altre riviste contenitore, dedicate anche ad autori italiani, non sono riuscite ad avere un successo apprezzabile, come nel caso di Yatta! (soprattutto dedicata ai manga giapponesi, ma anche con iniziative internazionali), rivista mensile pubblicata da Play Press durante il triennio 2004-2006 su modello delle riviste giapponesi di manga, oppure la recentissima Mangaka, della Coniglio Editore, interrotta ufficialmente all'inizio del 2010 dopo appena due numeri.[16]
Nel 2009 comincia la pubblicazione, in 8 volumi, de Cronache del Mondo Emerso, basato sull'omonimo ciclo fantasy di Licia Troisi e disegnati inizialmente da Ferrario. In seguito all'accusa di plagio, Ferrario fu sostituito da Massimo Dall'Oglio. Lo stesso autore pubblicherà nel 2014, con la Sergio Bonelli Editore, Orfani n°4 e Agenzia Alfa n°32. Nel 2013 Planet Manga pubblica Somnia, un fumetto di quattro volumi creato da Federica Di Meo e Liza E. Anzen, a cui, visto il successo riscosso, seguirà una seconda serie di prossima pubblicazione. Nonostante il tiepido miglioramento concerne la pubblicazione dei fumetti stile giapponese in Italia, ancora si è lontani però dal raggiungere obiettivi degni di maggior nota.
La pubblicazione di fumetti italiani in stile/tecnica giapponese ha invece un po' più riscontro online, complici il fattore gratuità e le potenzialità del mezzo di Internet. Così, nel 2007 nasce la web magazine Mangaijin , che per prima riesce a mettere a disposizione uno spazio che raggruppi e pubblichi gratuitamente numerosi fumetti italiani in stile giapponese, dando così visibilità a numerosi giovani aspiranti fumettisti operanti nel Bel Paese. Nel 2010, poco dopo aver superato le venti pubblicazioni, il progetto viene interrotto per poi riprendere per un breve periodo nel 2012.
Nel 2011 nasce la web magazine Mangakugan. La rivista rispettò una frequenza circa bimestrale fino al numero 6, in seguito al quale iniziò ad alternarsi con una rivista appendice denominata Mangakugan Light, che raccoglie light novel di giovani scrittori e illustratori italiani, e insieme alla quale viene raggiunta una frequenza di pubblicazione circa mensile. Il 13 maggio 2012 viene fondato Doraetos Manga, che col numero 0, uscito nell'agosto del 2012, comincia la pubblicazione di una rivista contenitore omonima, cui seguono altri cinque numeri usciti con cadenza variabile. Dal 21 dicembre 2014 la pubblicazione del periodico diverrà trimestrale. Nel settembre del 2012 nascono altre due riviste: Manga Stars e Young Force, contando entrambe cinque pubblicazioni in un anno di attività che, per l'ultima menzionata, terminerà l'anno seguente. Sempre nel 2013 la web magazine Manga Stars continua il suo operato, seppure a ritmi più lenti, inaugurando la versione Debut della propria rivista dove pubblica gli autori meno esperti del progetto per dare anche a loro una visibilità.
Al 2014, le uniche riviste contenitori di fumetti italiani japstyle ancora in corso di pubblicazione sono Doraetos Manga e Mangakugan . Da segnalare è la nascita di una nuova tendenza di alcuni autori ad auto-pubblicarsi, sia in formato cartaceo (vedesi ad esempio Medusa Flames di Luca Donnaruma e Rossana Zhan e i fumetti creati da Valeria Tenaga Romanazzi) sia su piattaforme digitali come Inkblazers, Webcomics, Deviant Art e Facebook.
A cavallo tra formato digitale e cartaceo, diverse sono le case editrici che sino ad oggi hanno scommesso sugli autori italiani. In particolare è possibile citare Shockdom Edizioni con Greedy Flower ed AEON, Renbooks, E.F. Edizioni e Bellesi&Francato Publishing; queste ultime due in particolare hanno creato delle etichette specializzate in questo tipo di pubblicazioni, chiamate rispettivamente Reika Manga e Mangasenpai.
Su gran parte del territorio nazionale sono, inoltre, disponibili corsi di fumetto giapponese, come quelli tenuti dall'Accademia Europea di Manga o dalla Scuola Internazionale di Comics, che hanno contribuito alla formazione di uno svariato numero di fumettisti e illustratori in stile giapponese.
I VENTI MANGA PIU' VENDUTI NEL 2014
One Piece di Eiichiro Oda
Golgo 13 di Takao Saito
Black Jack di Osamu Tezuka
Dragon Ball di Akira Toriyama
Kochikame di Osamu Akimoto
Detective Conan di Gosho Aoyama
Naruto di Masashi Kishimoto
Oishinbo di Akira Hanasaki / Tetsu Kariya
Slam Dunk di Takehiko Inoue
Doraemon di Fujiko F. Fujio
Astroboy di Osamu Tezuka
Touch di Mitsuru Adachi
Hokuto no Ken di Buronson / Tetsuo Hara
Kindaichi Shonen no Jikenbo di Fumiya Sato / Yozaburo Kanari
Sazae-san di Machiko Hasegawa
Captain Tsubasa di Youichi Takahashi
Hajime no Ippo di George Morikawa
Bleach di Tite Kubo
Sangokushi di Mitsuteru Yokoyama / Eiji Yoshikawa
Rurouni Kenshin di Nobuhiro Watsuki
Release realizzato da me con fonti:
Wikipedia, google e comisblog!
Etimologia:
Il termine manga, letteralmente "immagini derisorie"[9] fu inizialmente usato alla fine del XVIII secolo in alcune pubblicazioni, come il libro d'illustrazioni Shiji no yukikai di Santō Kyōden, e il Manga hyakujo di Aikawa Minwa, entrambi del 1798. In seguito fu anche usato dal famoso artista giapponese Hokusai nell'Hokusai manga del 1814 anche se non entrò nell'uso comune fino al XX secolo.
Il primo disegnatore Manga:
Rakuten Kitazawa fu il primo disegnatore ad utilizzare la parola manga.
Tendenze europee:
Tendenzialmente in Europa si identifica il fumetto con una produzione per bambini e ragazzi. I manga, con le loro figure dai tratti spesso infantili (come gli occhi grandi) ad un occhio inesperto, suscitano inizialmente una certa confusione.
Altre informazioni:
Il fumetto giapponese possiede una gabbia di impaginazione più larga rispetto all'occidentale (180x270mm); il formato standard di lavorazione è il B4 serie JIS (257 × 364 mm) per i volumi professionali e A4 (210 × 297 mm) per le doujinshi, invece l'occidentale è in genere elaborato su un formato molto grande, dall'A3 in su. Mentre l'occidentale è formata da uno schema di gabbia formato da 12 quadrati, il manga si sviluppa su un numero medio di 6-8 quadrati, (come il fumetto Disney) a parte eccezioni ad esempio negli shonen o le scene veloci, che hanno uno schema con più quadrati, arrivando a sfiorare la frequenza di riquadratura occidentale.
COME LEGGERE UN MANGA:
Il manga giapponese si legge al contrario rispetto al fumetto occidentale, cioè dall'ultima alla prima pagina (secondo le consuetudini orientali), con la rilegatura alla destra del lettore e le pagine "libere" alla sinistra. Anche le vignette si leggono da destra verso sinistra, dall'alto verso il basso. Esistono, tuttavia, alcuni manga che si leggono da sinistra verso destra, cioè secondo l'usanza occidentale.[14]
Nel corso del tempo ci sono stati alcuni mutamenti nella disposizione delle vignette. Inizialmente prevaleva la disposizione verticale; successivamente, nei tardi anni quaranta, è stata introdotta anche la disposizione orizzontale, quella attuale. Nelle storie più accurate dal punto di vista stilistico, queste due disposizioni si sovrappongono e vengono entrambe usate, creando un percorso di lettura piuttosto complesso per le abitudini del lettore occidentale, ma con un preciso intento stilistico. In realtà, un lettore giapponese, allenato alla lettura non alfabetica, riesce più facilmente di un lettore occidentale alle prime armi a orientarsi in questo universo di segni, dove gli viene offerta una grande libertà di percorso. Gli occhi vagano nella pagina cogliendo inizialmente alcuni dettagli, scelgono di soffermarsi prima su alcuni tipi di testo e poi su altri, ricavando alla fine non una lettura analitica di contenuti, ma una coinvolgente impressione generale di ciò che sta accadendo.
A differenziare il manga dagli altri stili fumettistici è innanzitutto l'importanza che viene data all'atmosfera, alle emozioni ed all'introspezione dei personaggi. Vi è uno studio più approfondito dell'impaginazione, basato sui tagli e le inquadrature: queste ultime rimangono le stesse utilizzate in qualsiasi altro stile fumettistico, ad eccezione del piano d'azione, che non viene quasi mai utilizzato. Per quanto riguarda ai tagli delle vignette, possiamo dividerle in:
Orizzontali: utilizzate nello stesso tempo per creare uno stacco fra lo schema a due vignette affiancate, quindi per guidare meglio lo sguardo di lettura, ma anche per un ritmo di lettura più lento. (nel caso del fumetto di lettura giapponese. Per quanto riguarda la lettura occidentale è il contrario)
Verticali: il contrario delle vignette orizzontali per quanto riguarda al ritmo (non dimentichiamo che per la lettura occidentale è l'inverso).
Diagonali: singole o combinate con inquadrature altrettanto inclinate, generano un'atmosfera di tensione emotiva e possono essere calanti o ascendenti. A seconda delle due, la situazione "precipita" o si tranquillizza, sfumando in una situazione meno tesa.
Vignette chiuse o aperte: quasi esenti dal fumetto occidentale, nel fumetto giapponese hanno un'importanza vitale, in quanto una vignetta fino al Tachikiri guida quasi sicuramente il lettore verso la pagina successiva ed è utile per le scene molto importanti, contrariamente alle vignette chiuse.
I balloon:
I dialoghi, (anche se il manga tende ad "illustrare" e non "spiegare") sono posti in balloon variabili, che vanno dal molto piccolo, al molto grande. Questa differenza può essere data dal volume che ha il dialogo in quel momento, piuttosto che dall'importanza che ha lo stesso nella scena. Una frase scioccante sarà più importante di una di sfondo, per cui verrà posta in una nuvola molto grande (nel fumetto occidentale l'importanza della frase viene data in genere dall'evidenziare con una scritta in grassetto). Si preferiscono dialoghi brevi, per evitare che il lettore si intimorisca di fronte ad un discorso troppo lungo e lo salti; inoltre in Giappone si preferisce scriverli a mano, piuttosto che con qualche strumento vettoriale, molto in uso in occidente. Le didascalie sono rare.
Tecnica:
Abitualmente in Giappone si utilizzano materiali realizzati appositamente per questo tipo di fumetto, come fogli riquadrati in ciano (colore non visibile in scansione bianco e nero), pennini con varie modulazioni, righelli appositamente preparati per le linee cinetiche, retini ed attrezzi per applicarli. Generalmente la tavola manga non è né a colori né in scala di grigi, ma in bianco e nero, scelta che deriva dall'utilizzo che il volume manga ha: essendo inizialmente un prodotto da pubblicare su riviste contenitore, in Giappone raramente le si conserva e, per evitare spese di stampa inutili, si preferisce utilizzare un'economica stampa in bianco e nero; oltre a questo, la rivista contenitore è una sorta di "anteprima", per attirare consensi per un titolo da parte dei lettori, per poi in un futuro, stampare i volumi tankōbon ad esso riservati. Le ombre, anche mantenendo il bianco e nero, vengono date raramente dai neri pieni e più facilmente dai retini grattabili; i colori delle eventuali pagine a colori di edizioni speciali e delle riviste vengono tendenzialmente realizzati a china oppure a pantone (i più famosi ed usati sono i copic). In Occidente non si bada troppo a quale materiale utilizzare ed i tempi di consegna sono decisamente più larghi, permettendo così al fumettista di potersi permettere di utilizzare scelte tecniche più elevate e strumenti più ampi.
La pubblicazione in Giappone:
I manga vengono pubblicati in Giappone inizialmente all'interno di grossi albi, stampati in bianco e nero su carta di qualità scadente. Soltanto alcune pagine introduttive sono talvolta a colori e su carta migliore, generalmente allo scopo di introdurre i personaggi della vicenda.
In ognuno di questi albi vengono raccolte numerose storie a puntate. Tramite un'inchiesta fra i lettori viene verificato il successo delle singole serie, cosicché alcune possono essere interrotte anzitempo e altre, al contrario, meritare di essere stampate a parte, sotto forma di albi monografici di qualità migliore in più volumetti (tankōbon). Si distinguono fondamentalmente tre formati di pagina per i manga: il più classico è il B6 (circa 12,5×18 cm), ma sono utilizzati anche, per edizioni più lussuose, l'A5 (15×21 cm) e il B5 (18×25 cm).
A differenza dei fumetti occidentali, le avventure dei manga hanno, per quanto riguarda i protagonisti, un inizio ed una fine. Il personaggio ideato dall'autore e/o disegnatore appare sulla scena nel primo volume, "vive" la sua vicenda e, al termine della serie (quelle di successo possono protrarsi per diversi anni e centinaia di puntate), esce di scena e non "interpreterà" altre serie. Alcune eccezioni si possono rilevare per personaggi molto amati dal pubblico, che vengono ripresentati in varianti della storia principale, oppure di cui si raccontano episodi accaduti anteriormente all'inizio della serie principale. Spesso il successo di un personaggio di un manga si risolve in una trasposizione più o meno fedele delle sue avventure sotto forma di anime.
I manga in italia:
Il fenomeno manga comincia ad affermarsi maggiormente agli inizi degli anni novanta, grazie a case editrici come la Glénat, con la pubblicazione di Akira, e la Granata Press, con la pubblicazione di Ken il guerriero e di riviste come Mangazine e Zero, e successivamente la Star Comics, che pubblica, tra gli altri, il manga Dragon Ball.
È tuttavia importante sottolineare che Fabbri editori diede alle stampe dal dicembre 1979 la rivista a fumetti Il grande Mazinga, contenente il fumetto originale seppur in una versione edulcorata da scene violente e appositamente colorata da staff italiano. Attraverso Il grande Mazinga viene segnato un momento importante nella storia dei manga in Italia, essendo stato il primo manga pubblicato direttamente dall'edizione giapponese. Alla rivista sarebbero seguiti due volumi dal titolo Io sono il grande Mazinga e Mazinger contro i Mazinger, che raccolgono parte delle storie pubblicate contemporaneamente in rivista per le edicole. Nell'ottobre del 1980 Fabbri pubblica il primo numero del settimanale Candy Candy. La longeva testata, prima di una lunga serie intitolata al personaggio e alla quale si aggiunse in seguito Lady Oscar, appassionerà il pubblico femminile per anni. In seguito, esaurito il materiale originale, il giornale è continuato attraverso nuove avventure appositamente ideate da disegnatori italiani. Nel 1980 è la volta di Golgo 13 e nel dicembre 1983 di Black Jack di Osamu Tezuka, entrambi sul mensile Eureka. Sembra tuttavia che il primo manga in assoluto pubblicato in Italia sia stato Son Goku di Shifumi Yamane, da Garzanti nel 1962, ma sulla sua originalità vi è più di un dubbio.
Altre case editrici di manga in Italia sono: Flashbook Editore, specializzata in manga e manhwa coreani, Planet Manga della Panini, Jpop, Magic Press (che diversifica i propri prodotti in tre etichette: MX per i manga generici, 801 per gli yaoi e Black Magic per gli hentai) e Planeta De Agostini. Di recente si è aggiunto l'editore GP Publishing, della Giochi Preziosi, che al debutto si avvalse della consulenza dei Kappa Boys, prima in forze alla Star Comics.[15] Dal 2008 anche la Disney ha iniziato a pubblicare manga nella collana Disney Manga, tra cui Kingdom Hearts. Il loro successo in Italia ha fatto sì che manga e anime venissero citati anche in alcune opere letterarie giovanili, come per esempio nel romanzo di Isabella Santacroce Destroy, in cui la protagonista, Misty, è un'accanita lettrice di fumetti giapponesi, oppure in Come un fumetto giapponese di Gianfranco Liori dove il protagonista, anche qui otaku accanito, scappa di casa per recarsi alla più importante manifestazione di fumetti italiana, il Lucca Comics.
Dalla fine degli anni novanta il "manga made in Italy" sta tentando di emergere, con iniziative spesso precarie e tentativi andati a vuoto. Nel 1997, ad esempio, la casa editrice Comic Art pubblicò una serie di fumetti intitolata Spaghetti manga, realizzata da autori italiani, che però non ebbe molto successo. Pugno! di Roberto Recchioni fu uno dei titoli di maggiore rilievo. Comic Art pubblicò successivamente diverse testate manga tra le quali ricordiamo per successo di pubblico e critica L'Immortale di Hiroaki Samura, Noritaka, Detective Conan. Il fallimento della stessa interruppe la serializzazione, ripresa poi da altri editori, in primis la Marvel Italia. Altre riviste contenitore, dedicate anche ad autori italiani, non sono riuscite ad avere un successo apprezzabile, come nel caso di Yatta! (soprattutto dedicata ai manga giapponesi, ma anche con iniziative internazionali), rivista mensile pubblicata da Play Press durante il triennio 2004-2006 su modello delle riviste giapponesi di manga, oppure la recentissima Mangaka, della Coniglio Editore, interrotta ufficialmente all'inizio del 2010 dopo appena due numeri.[16]
Nel 2009 comincia la pubblicazione, in 8 volumi, de Cronache del Mondo Emerso, basato sull'omonimo ciclo fantasy di Licia Troisi e disegnati inizialmente da Ferrario. In seguito all'accusa di plagio, Ferrario fu sostituito da Massimo Dall'Oglio. Lo stesso autore pubblicherà nel 2014, con la Sergio Bonelli Editore, Orfani n°4 e Agenzia Alfa n°32. Nel 2013 Planet Manga pubblica Somnia, un fumetto di quattro volumi creato da Federica Di Meo e Liza E. Anzen, a cui, visto il successo riscosso, seguirà una seconda serie di prossima pubblicazione. Nonostante il tiepido miglioramento concerne la pubblicazione dei fumetti stile giapponese in Italia, ancora si è lontani però dal raggiungere obiettivi degni di maggior nota.
La pubblicazione di fumetti italiani in stile/tecnica giapponese ha invece un po' più riscontro online, complici il fattore gratuità e le potenzialità del mezzo di Internet. Così, nel 2007 nasce la web magazine Mangaijin , che per prima riesce a mettere a disposizione uno spazio che raggruppi e pubblichi gratuitamente numerosi fumetti italiani in stile giapponese, dando così visibilità a numerosi giovani aspiranti fumettisti operanti nel Bel Paese. Nel 2010, poco dopo aver superato le venti pubblicazioni, il progetto viene interrotto per poi riprendere per un breve periodo nel 2012.
Nel 2011 nasce la web magazine Mangakugan. La rivista rispettò una frequenza circa bimestrale fino al numero 6, in seguito al quale iniziò ad alternarsi con una rivista appendice denominata Mangakugan Light, che raccoglie light novel di giovani scrittori e illustratori italiani, e insieme alla quale viene raggiunta una frequenza di pubblicazione circa mensile. Il 13 maggio 2012 viene fondato Doraetos Manga, che col numero 0, uscito nell'agosto del 2012, comincia la pubblicazione di una rivista contenitore omonima, cui seguono altri cinque numeri usciti con cadenza variabile. Dal 21 dicembre 2014 la pubblicazione del periodico diverrà trimestrale. Nel settembre del 2012 nascono altre due riviste: Manga Stars e Young Force, contando entrambe cinque pubblicazioni in un anno di attività che, per l'ultima menzionata, terminerà l'anno seguente. Sempre nel 2013 la web magazine Manga Stars continua il suo operato, seppure a ritmi più lenti, inaugurando la versione Debut della propria rivista dove pubblica gli autori meno esperti del progetto per dare anche a loro una visibilità.
Al 2014, le uniche riviste contenitori di fumetti italiani japstyle ancora in corso di pubblicazione sono Doraetos Manga e Mangakugan . Da segnalare è la nascita di una nuova tendenza di alcuni autori ad auto-pubblicarsi, sia in formato cartaceo (vedesi ad esempio Medusa Flames di Luca Donnaruma e Rossana Zhan e i fumetti creati da Valeria Tenaga Romanazzi) sia su piattaforme digitali come Inkblazers, Webcomics, Deviant Art e Facebook.
A cavallo tra formato digitale e cartaceo, diverse sono le case editrici che sino ad oggi hanno scommesso sugli autori italiani. In particolare è possibile citare Shockdom Edizioni con Greedy Flower ed AEON, Renbooks, E.F. Edizioni e Bellesi&Francato Publishing; queste ultime due in particolare hanno creato delle etichette specializzate in questo tipo di pubblicazioni, chiamate rispettivamente Reika Manga e Mangasenpai.
Su gran parte del territorio nazionale sono, inoltre, disponibili corsi di fumetto giapponese, come quelli tenuti dall'Accademia Europea di Manga o dalla Scuola Internazionale di Comics, che hanno contribuito alla formazione di uno svariato numero di fumettisti e illustratori in stile giapponese.
I VENTI MANGA PIU' VENDUTI NEL 2014
One Piece di Eiichiro Oda
300 milioni di copie vendute: One Piece è uno shonen action/fantasy pubblicato dal 1997 sulla rivista Shuukan Shounen Jump di Shueisha e si compone al momento di 73 tankobon, ma è ancora in corso di pubblicazione. In Italia viene edito da Star Comics
200 milioni di copie vendute: Golgo 13 è un seinen mystery/storico edito dal 1968 sul magazine Big Comic di Shogakukan e si compone di 169 volumi, anche questa serie è ancora in corso. In Italia è stato pubblicato da Eureka
176 milioni di copie vendute: Black Jack è uno shonen psicologico/horror serializzato dal 1973 sulla rivista Shuukan Shounen Champion di Akita Shoten. Composto da 25 tankobon (serie completa), in Italia è stato edito da Hazard Edizioni
157 milioni di copie vendute: Dragon Ball è uno shone action/fantasy/sovrannaturale dedicato alle arti marziali pubblicato dal 1984 sul magazine Shuukan Shounen Jump di Shueisha. Formato da 42 tankobon (serie completa), in Italia è stato pubblicato da Star Comics
155,3 milioni di copie vendute: Kochikame è uno shonen comedy serializzato dal 1976 sulla rivista Shuukan Shounen Jump Shueisha. Composto da 189 volumi, la serie è ancora in corso d'opera. A causa del gran numero di volumi, nessuno ha avuto il coraggio di pubblicarla in Italia
140 milioni di copie vendute: Detective Conan è uno shonen mystery/action edito dal 1994 sul magazine Shounen Sunday di Shogakukan. Attualmente si compone di 83 volumi, ma è ancora in corso d'opera. In Italia viene pubblicato da Star Comics
135 milioni di copie vendute: Naruto è uno shonen fantasy/action pubblicato dal 1999 sulla rivista Shuukan Shounen Jump di Shueisha. Al momento vanta 69 tankobon e in Italia viene serializzato da Planet Manga
130 milioni di copie vendute: Oishinbo è un seinen dedicato alla vita quotidiana edito dal 1983 sulla rivista Big Comic Spirits di Shogakukan. Si compone al momento di 110 tankobon, ma è ancora in corso di pubblicazione
119 milioni di copie vendute: Slam Dunk è uno shonen sportivo serializzato dal 1990 sulla rivista Shuukan Shounen Jump di Shueisha. Composto in totale da 31 volumi (serie conclusa), in Italia viene pubblicato da Planet Manga e D/Visual
100 milioni di copie vendute: Doraemon è uno shonen fantasy/sci-fi pubblicato dal 1964 sul magazine Tentou Mushi di Shogakukan. La serie si ferma al 45esimo volume a causa della morte del mangaka, quindi di fatto è incompleta. In Italia è stata pubblicata da Star Comics
100 milioni di copie vendute: Astroboy è uno shonen mecha/sci-fi edito dal 1952 sulla rivista Shounen di Kobunsha. La serie è completa, ma il numero di tankobon varia a seconda delle diverse edizioni di ristampa (e ce ne sono state parecchie). In Italia è stato edito da Planet Manga
100 milioni di copie vendute: Touch è uno shonen sportivo serializzato dal 1981 sulla rivista Shounen Sunday di Shogakukan. Composto in totale da 26 volumi (serie completa), in Italia è stato pubblicato da Star Comics (Prendi il mondo e vai)
100 milioni di copie vendute: Hokuto no Ken o Ken il Guerriero è shonen sci-fi dedicato alle arti marziali pubblicato dal 1983 sulla rivista Shuukan Shounen Jump di Shueisha. Composto in totale da 27 tankobon (serie completa), in Italia è stato pubblicato da Granata Press, d/Visual, Planet Manga e Star Comics
90 milioni di copie vendute: Kindaichi Shonen no Jikenbo è uno shonen sovrannaturale/psicologico pubblicato dal 1992 sulla rivista Shuukan Shounen Magazine di Kodansha. La serie è completa e si compone in totale di 27 volumi
86 milioni di copie vendute: Sazae-san è un 4-Koma dedicato alla vita quotidiana edito dal lontano 1946 sulla rivista Asahi Shinbun di Asahi Shinbunsha per un totale di 68 tankobon (serie completa)
80 milioni di copie vendute: Captain Tsubasa o Holly e Benji è uno shonen sportivo pubblicato dal 1981 sulla rivista Shuukan Shounen Jump di Shueisha e composto da 37 tankobon (serie completa). In Italia è stato edito da Star Comics
75,5 milioni di copie vendute: Hajime no Ippo è uno shonen sportivo serializzato dal 1989 sulla rivista Shuukan Shounen Magazine di Kodansha. Si compone al momento di 106 tankobon, ma la serie è ancora in corso d'opera
74,6 milioni di copie vendute: Bleach è uno shonen sovrannaturale dedicato alle arti marziali e pubblicato dal 2001 sulla rivista Shuukan Shounen Jump di Shueisha. Al momento siamo arrivati al 63esimo volume, ma la serie è ancora in corso d'opera. In Italia viene pubblicato da Planet Manga
70 milioni di copie vendute: Sangokushi è uno shonen storico pubblicato dal 1971 sul magazine Comic Tom di Ushio Shuppansha. La serie è completa e si compone in titale di 70 volumi
70 milioni di copie vendute: Rurouni Kenshin è uno shonen storico dedicato alle arti marziali e pubblicato dal 1994 sulla rivista Shuukan Shounen Jump di Shueisha per un totale di 28 tankobon (serie completa). In Italia è stato pubblicato da Kappa Extra e Star Comics
Release realizzato da me con fonti:
Wikipedia, google e comisblog!
Ultima modifica: