Riferimento: Forse ho eiaculazione precoce? pls aiutatemi
Ecco tutte le cose che devi sapere sull'eiaculazione, non è una cosa grave, l'unico problema che avrai è far godere una donna, devi resistere il più possibile prima di ieculare...se no non fai arrivare l'orgasmo alla donna...
Secondo me si, hai eiaculazione precoce, io ci sto 20 minuti buoni.. poi dipende da quanto ti ecciti.. se ti ecciti vedendo anche tua nonna in mutande è normale che eiaculi in fretta.
Significato:
L'eiaculazione precoce (in latino ejaculatio praecox) può essere definita come la difficoltà o incapacità da parte dell'uomo nell'esercitare il controllo volontario sull'eiaculazione.
Classificazione:
Viene distinta in primaria o secondaria rispettivamente se è manifestata fin dall'inizio dell'attività sessuale del soggetto o se è intervenuta in un secondo momento, dopo un periodo di attività sessuale soddisfacente. Si parla inoltre di disturbo generalizzato o situazionale a seconda se è sempre presente nell'attività sessuale dell'uomo o soltanto in determinate situazioni, attività o partner.
Diverse definizioni diagnostiche:
Secondo una prima definizione proposta da Masters & Johnson un uomo soffre di eiaculazione precoce se eiacula prima che il partner raggiunga l'orgasmo in più della metà dei rapporti sessuali.[2]. Nei successivi sviluppi scientifici della sessuologia a questa definizione si sono susseguite altre interpretazioni del fenomeno che correlano la precocità dell'eiaculazione alla durata del rapporto sessuale, al numero di spinte coitali, alla percezione di controllo sull'eiaculazione, alla soddisfazione della partner e della coppia. Una definizione basata sull'orgasmo della partner deve tener conto di come nella coppia possa coesistere una disfunzionalità sessuale della donna che ritarda o inibisce l'eccitazione e l'orgasmo. Recentemente secondo i principi dell'Evidence Based Medicine è stato proposto un modello interpretativo focalizzato sul tempo di latenza eiaculatoria intra-vaginale (IELT); si ritiene così di poter definire come affetto da eiaculazione precoce colui il quale eiacula, mediamente, in un tempo inferiore al minuto rispetto all'inizio della penetrazione.[3] Appare tuttavia evidente come tale modello non sia sufficiente a contenere i numerosi casi di insoddisfazione di coppia associati ad una tempistica superiore al minuto ma ritenuta inadeguata dall'uomo e dalla partner. Attualmente la definizione diagnostica maggiormente sostenuta dalla sessuologia scientifica si centra sulla carente percezione e possibilità di controllo dell'individuo con eiaculazione precoce sui tempi del processo di eccitazione sessuale e quindi sul raggiungimento della soglia psicofisiologica di attivazione del riflesso eiaculatorio. A tale condizione deve associarsi l'insoddisfazione e il disagio soggettivo dell'uomo e/o della partner per potersi correttamente configurare una diagnosi di eiaculazione precoce.
Cause:
Le cause dell'eiaculazione precoce possono essere di tipo organico o di tipo psicologico ed emotivo riguardando la storia e le caratteristiche individuali e in alcuni casi le dinamiche relazionali della coppia. Le cause organiche sono soprattutto riferibili ad anomalie anatomiche esterne come la fimosi e il frenulo del pene corto oppure a processi infiammatori come prostatite e vescicolite.[6] Nella maggior parte dei casi tuttavia l'origine è di tipo psicologico e riguarda spesso un'errata abitudine psicofisiologica acquisita attraverso un'attività autoerotica condotta con fretta e frenesia nell'epoca adolescenziale, spesso per via di sensi di colpa latenti o della necessità di celare tale pratica agli adulti.[5] Alla difficoltà nel controllo dell'eiaculazione può inoltre contribuire il fenomeno dell'ansia da prestazione e una più generale difficoltà a gestire ed esprimere le emozioni.
Trattamento:
Il trattamento elettivo è quello psicosessuologico che consente lo sviluppo di una maggiore competenza nel gestire i tempi dell'orgasmo attraverso esercizi progressivi come lo "stop and start", tecniche di rilassamento e strumenti psicoterapeutici in un percorso strutturato e personalizzato con il supporto di uno psicologo-sessuologo.[4][8] I trattamenti farmacologici non offrono invece una soluzione definitiva e prevedono attualmente l'utilizzo di anestetici locali o l'assunzione di un farmaco appartenente alla categoria degli SSRI, denominato dapoxetina.