- 31 Agosto 2010
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Dopo il sì del Senato (162 favorevoli, 135 contrari più 11 astenuti) il Governo passa l’esame anche a Montecitorio. Per tre voti: 314 contro 311. Fini: “Io sconfitto ma il premier ha ottenuto solo una vittoria numerica”
La Camera ha confermato la fiducia al governo respingendo con 314 no e 311 sì le due mozioni di sfiducia presentate nei confronti dell’Esecutivo Berlusconi. Gli astenuti sono stati due. Alla votazione erano presenti in tutto 627 deputati, ma i votanti sono stati 625, in seguito all’astensione dei deputati della Svp.
“Fini dimettiti!”
Appena lasciata l’Aula della Camera, il presidente della Camera Gianfranco Fini si è recato nel suo studio a Montecitorio. Mentre camminava in Transatlantico insieme al portavoce Fabrizio Alfano, diversi deputati del Pdl hanno gridato «dimettiti». Solo un sorriso da parte di Fini.
Il leader del Partito Democratico
«Non cambia nulla, il governo non ce la fa». Così il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, commenta a caldo il voto con il quale la Camera ha bocciato la mozione di sfiducia. Non è stato uno sbaglio inseguire Fini e Casini, come dirà da domani qualcuno anche nel Pd? «Non vedo lo sbaglio, la maggioranza aveva 60-70 voti di vantaggio e ora ne ha solo 3, la crisi politica esce drammatizzata - afferma Bersani - il campo delle opposizioni si articola ma si allarga anche molto». Dunque nessuna recriminazione sul momento scelto per presentare la mozione di sfiducia? «No, abbiamo ottenuto il massimo in questo momento».
Alla presentazione dell’ultimo libro di Vespa
«Credo ci siano possibilità di aumentare consistentemente i numeri della maggioranza che sostiene il governo»: così il premier, Silvio Berlusconi, alla presentazione del libro di Bruno Vespa. Berlusconi ha citato la possibilità che alcuni parlamentari «rientrino nei ranghi del Pdl» e ha poi fatto riferimento all’Udc, ad «altri gruppi ancora» e a singoli esponenti del Pd. «Vedremo se rafforzare anche la squadra di governo» sottolineando anche l’ottima qualità della squadra attuale. Sull’incontro avuto alle 17 con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il premier si è espresso così: “Certamente il Capo dello Stato tiene a che ci sia un governo e una maggioranza più solide”.
Fonte: City
La Camera ha confermato la fiducia al governo respingendo con 314 no e 311 sì le due mozioni di sfiducia presentate nei confronti dell’Esecutivo Berlusconi. Gli astenuti sono stati due. Alla votazione erano presenti in tutto 627 deputati, ma i votanti sono stati 625, in seguito all’astensione dei deputati della Svp.
“Fini dimettiti!”
Appena lasciata l’Aula della Camera, il presidente della Camera Gianfranco Fini si è recato nel suo studio a Montecitorio. Mentre camminava in Transatlantico insieme al portavoce Fabrizio Alfano, diversi deputati del Pdl hanno gridato «dimettiti». Solo un sorriso da parte di Fini.
Il leader del Partito Democratico
«Non cambia nulla, il governo non ce la fa». Così il segretario Pd, Pier Luigi Bersani, commenta a caldo il voto con il quale la Camera ha bocciato la mozione di sfiducia. Non è stato uno sbaglio inseguire Fini e Casini, come dirà da domani qualcuno anche nel Pd? «Non vedo lo sbaglio, la maggioranza aveva 60-70 voti di vantaggio e ora ne ha solo 3, la crisi politica esce drammatizzata - afferma Bersani - il campo delle opposizioni si articola ma si allarga anche molto». Dunque nessuna recriminazione sul momento scelto per presentare la mozione di sfiducia? «No, abbiamo ottenuto il massimo in questo momento».
Alla presentazione dell’ultimo libro di Vespa
«Credo ci siano possibilità di aumentare consistentemente i numeri della maggioranza che sostiene il governo»: così il premier, Silvio Berlusconi, alla presentazione del libro di Bruno Vespa. Berlusconi ha citato la possibilità che alcuni parlamentari «rientrino nei ranghi del Pdl» e ha poi fatto riferimento all’Udc, ad «altri gruppi ancora» e a singoli esponenti del Pd. «Vedremo se rafforzare anche la squadra di governo» sottolineando anche l’ottima qualità della squadra attuale. Sull’incontro avuto alle 17 con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il premier si è espresso così: “Certamente il Capo dello Stato tiene a che ci sia un governo e una maggioranza più solide”.
Fonte: City