Il pocho è LOCO. Ma così non si QUAGLIA
Quell’aggettivo che non ti spieghi, quella magica parolina che dopo la prestazione di Udine induceva a pensare alle follie calcistiche, al ritorno di un calciatore in grado di trascendere le geometrie del calcio, l’ordinarietà della routine pallonara.
E così è stato. Per un anno e mezzo. Lavezzi è cresciuto, s’è guadagnato la stima di un popolo appassionato di calcio. I riflettori di mezza Europa si sono via via accesi su questo “pocho” sempre più protagonista di un Napoli che dopo anni di disorientamento è addirittura tornato in Europa.
Poi da dicembre 2008 tutto è cambiato: De Laurentiis in un’intervista rilasciata a margine della presentazione del suo nuovo film di Natale (e riscoltata oggi all’interno di “Marte Sport Live”) ribadisce una linea societaria molto dura e attaccata ad un principio importantissimo: amare Napoli e il Napoli.
Da questo principio non si prescinde. E d’altronde come esserne in disaccordo. Qui non si tratta di essere con la società o con Lavezzi, anche perché la scissione l’ha voluta il suo procuratore, Mazzoni, che sa benissimo quanto tutta questa querelle stia dividendo i cuori e le menti di milioni di tifosi, che avevano iniziato ad amare di nuovo un idolo.
Tuttavia chi ama Napoli e il Napoli non ne fa una questione di soldi, di nomi o di presunte promesse mancate. Amare significa accettare. Un contratto che già sancisce un accordo pianificato, non ha ragione di essere messo di nuovo in discussione. Alla luce poi del disastroso epilogo di questa stagione ci vuole anche il coraggio di fare certe richieste. Soprattutto perché quando si sceglie Napoli, nel calcio, bisogna sempre ricordarsi che si sceglie una piazza, sì difficile, ma che amplifica di cento, mille volte, il valore di un’atleta, dandogli una cassa di risonanza evidente. Questo non si deve dimenticare. E se il mare, il sole, la vita e la napoletanità non sono sufficienti a convincere un giocatore a restare, se le leggi non scritte di un business sempre più cinico e sempre meno umano prevalgono sulla passione, che ben venga l’allontanamento del Pocho. Napoli va amata e non di certo elemosinata a suon di ricatti.
Al Napoli devono restare professionisti-lavoratori in grado di sudarsi la maglia per l’amore della gente che li segue e non dei conti correnti che crescono. Questo almeno il sano e condivisibile principio con cui la società azzurra ha ricostruito l’azienda e il marchio Napoli.
Vedete Quagliarella: dopo Sampdoria, Udinese, Europa e Nazionale con l’umiltà di un grande professionista ha scelto il cuore: Napoli. Era richiesto anche dalla Juve, poteva di certo aspirare a guadagnare molto più di quello che il Napoli gli ha potuto offrire. E invece ha scelto Napoli. La città in cui è cresciuto. La maglia che ama. A prescindere.
Questo dovrebbe essere lo spirito di chiunque mette piede al San Paolo. Di chiunque possa azzardare ad immaginarsi quella maglia addosso. Se quel brivido non c’è, se a quell’emozione si antepone il capriccio e l’arroganza, allora il divorzio è inevitabile.
I tifosi amano la squadra, la maglia. E fino a che anche il gruppo è stato unito nella distribuzione degli equilibri, guarda caso, anche i risultati sono arrivati, sorprendendo in positivo tutti gli addetti ai lavori. Sarà una coincidenza, ma da quando nel Napoli, il concetto di gruppo (anima e principio della ricostruzione azzurra) ha lasciato il posto alle pretese e richieste dei singoli, che si sono sentiti in diritto di comportarsi da star, l’equilibrio è crollato.
"Dalle cessioni capiremo perché il Napoli ha avuto il tracollo", ha dichiarato Pierpaolo Marino: potare l’albero per rinforzarlo. E se rinforzare significa ripartire da Fabio Quagliarella, allora la strada è quella giusta.
Pocho pensaci, e con la tua testa: Napoli vale più di una presa di posizione. E Napoli si deve amare senza troppa ragione. Se nel tuo cuore non senti questo, se la razionalità prevale sul sentimento, allora la tua scelta l’hai già fatta. E a noi non resta che dirti grazie per quello che hai fatto, finchè l'hai fatto con il cuore!
Tuttonapoli