Appuntamento a Coverciano per i campioni del futuro. Sessantasei giovani promesse impegnate nel «Torneo giovanile di Natale» che si concluderà domani e che come sempre apre la stagione delle nazionali giovanili. E tra i 66 baby selezionati da Antonio Rocca, responsabile delle squadre under 15 e under 16 della Figc, ci sono due napoletani: Giuseppe Iuliano (nato nel febbraio del ’93) e Giuseppe Palma (del gennaio ’94).
Sono loro i rappresentanti del Napoli nelle selezioni nazionali. Gli eredi di Luigino Vitale, simbolo della ricostruzione d’un settore giovanile che il fallimento aveva mandato in pezzi nel 2004 e che coi suoi vent’anni e con le sue otto presenze in A raccolte sinora è il riferimento d’ogni ragazzino in maglia azzurra. Iuliano, a dire il vero, ha già buona visibilità nel club. Sedici anni tra due mesi, piccoletto, muscolatura già abbastanza soda, è un trequartista che fa venire alla mente un po’ Giovinco.
Tecnica, dribbling, inventiva, insomma. E su di lui, elemento di spicco degli Allievi, il Napoli punta se è vero che già da anni il ragazzo vive in albergo a Castelvolturno ed è seguito quotidianemente a scuola e in campo. Oltre che in palestra, dove lo tiene d’occhio il preparatore della prima squadra. Palma, invece, non ancora quindicenne, è un centrocampista centrale. Meno fantasia e più concretezza per questo ragazzo che pure lascia sperare molto bene.
Certo, per l’età che hanno e la maturità che non hanno ancora, sarebbe un azzardo considerare i due Allievi già al confine con la prima squadra, ma ora sono entrambi in cima alla lista dei probabili azzurri di domani. Più avanti di loro ci sono i Primavera. Dopo il prestito al Cesena di Palumbo, tre quelli che hanno meritato sino ad ora un’attenzione più particolare: Ciano (del 90’) e Insigne e Varriale, entrambi del 1991.
Tre ragazzi che fanno calcio dalla metà campo in su, protagonisti di quella Primavera che è tra le più giovani della categoria e che per questo un poco soffre al confronto coi baby degli altri club. Meglio, molto meglio, per l’importanza che si può dare ai risultati quando si parla di calcio giovanile, le altre formazioni azzurre. Comunque sia, i «Giovanissimi» hanno chiuso l’andata addirittura al primo posto; gli «Allievi», invece, sono secondi alle spalle della Roma, così come la «Berretti», che è l’anticamera della Primavera.
Insomma, un buon lavoro nonostante le difficoltà. Infatti, è un lavoro complicato, quello del settore giovanile azzurro. Perché è giovane anch’esso avendo ricominciato dal nulla appena quattro anni fa; perché il Napoli non è tra quei club - Atalanta ed Empoli ad esempio - che per vocazione fanno calcio giovanile; perché non è neppure tra quelle società che investono milioni su milioni pescando molto anche fuori Italia; perché, soprattutto, è frenato dalla mancanza di strutture proprie.
Nomadi, infatti, le formazioni azzurre. Marano, Casoria, sino a ieri pure Cercola i campi di riferimento. Un problema per i baby ma anche per allenatori, medici, massaggiatori e magazzinieri. E poi si sa, senza strutture proprie, certe ed attrezzate tutto diventa assai più incerto e faticoso. it.