Emergenza, non si scappa. Con mezza difesa fuori (Campagnaro è rotto da tempo e Bottinelli non torna in tempo dall'Argentina) e il dubbio che tiene Lucchini, Pieri e Sammarco in forse, beh, si va a Napoli.
Sfida delicata, con lo stadio pieno e una squadra davanti che ha ritrovato le ambizioni e i sogni d'un tempo. Walter Mazzarri non si piange addosso, comunque: conosce insidie e problemi di questa trasferta, ma tira dritto con fiducia.
Col Torino non è stato il suo Doria. E però ha vinto, con merito. Basterà, a Napoli? «Sono stati loro stessi, i giocatori, ad ammettere la giornata storta. Un motivo logico non l'abbiamo trovato, perché con Bologna e Roma stavamo benissimo e in tre giorni la condizione fisica e mentale di una squadra non può cambiare: sarà stato un bioritmo, mettiamola così.. Però sono anche convinto sia stato un episodio, una cosa passeggera: questa squadra, la mia Samp, può mettere sotto chiunque e fare risultato dappertutto».
Cerca continuità, la Samp? «Prima di tutto cerchiamo la prestazione, sempre. Avremo di fronte una grande squadra con un grande pubblico, una specie di prova di maturità anche se partite di alto livello in stadi importanti ne abbiamo già giocate. Lo sapete voi e lo sanno nello spogliatoio, bisogna concentrarsi esclusivamente su fase attiva e fase passiva: se riusciremo a farle al meglio e a contenere gente come Lavezzi, Hamsik o Gargano, beh, potremo andare a sviluppare il nostro gioco come è nel dna di questa squadra. Anche se avrei voluto avere l'organico al completo, per una sfida così».
Cassano contro Lavezzi. «No, non è così. Uno, perché sono giocatori diversi tra cui un confronto non è possibile. Due, perché la forza della Sampdoria sta nell'organizzazione, nel gruppo, e non in un singolo giocatore. Non dipendiamo da nessuno: vi ricordano niente le quattro vittorie senza Antonio, l'anno scorso?».